17 dicembre 2009

L' epopea di un materasso.

Ovvero: è sempre più difficile voler essere civili in questa città.

Andria. Gettare via un materasso vecchio dovrebbe essere quanto di più facile al mondo.
Tutti sanno già (mi auguro) che in città esistono due isole ecologiche (via Stazio,via Murge) che svolgono servizio di raccolta differenziata di vari rifiuti.
Ogni mattina si può accedere facilmente e, portando con sé l'eco tessera (ma anche no), si può usufruire del vantaggioso "senso civico", che è ciò che si prova dopo aver fatto il proprio dovere.
Di pomeriggio tutto diventa 'leggermente pesante'.
Nel pomeriggio di martedì 15 dicembre, carico l'auto con buste piene di plastica, residui di olio usato, apparecchiature elettroniche,carta e un vecchio materasso, e mi avvio erroneamente verso l'isola di via Stazio. Erroneamente perché credevo fosse aperta alle 15:30, come di solito avviene per i servizi pomeridiani del comune di Andria.
Ad avvisarmi dell'errore, oltre al cancello chiuso, c'è anche una vecchia scritta bruciata che, insieme al logo e all'insegna del settore Ambiente del comune, mostra gli orari al pubblico: Mer pom ore 15-19.
In alternativa, il cartello mostra gli orari al pubblico di via Murge. Martedi pomeriggio: aperto.
Mi reco lì con il carico, la mia compagna e tanta pazienza (che solo lei sa infondermi). Scopro, ahimè, che l'isola ecologica di via Murge non è attrezzata per il vecchio materasso e l'addetta mi dice di recarmi in via Stazio per adempiere al mio servizio di cittadino modello. Le spiego che c'ero già stato e lei si meraviglia nel sentirmi dire che era chiuso.
Poco male.
Torno a casa col materasso e aspetto il Mercoledì pomeriggio (oggi per chi scrive).
L'isola ecologica di via Stazio alle 15:30 era chiusa. Un gentile signore che stava, per motivi suoi, lì vicino mi consiglia di tornare l'indomani mattina, oppure di andare in via Murge, altrimenti alla "sede centrale" della Manutencoop, in via Vecchia Barletta.
In via Vecchia Barletta, mi vietano di gettare il materasso rinviandomi in via Stazio o in via Murge. Spiego brevemente la situazione tragicomica al citofono e mi consigliano gentilmente di andarci in mattinata.
Effettivamente avrei potuto aspettare ancora un'altra mezza giornata con il materasso in macchina per poter adempiere al compito che mi ero prefissato: guadagnarmi la 'medaglia al senso civico'. Ma quanta benzina avrei dovuto ancora immettere nell'aria prima di poter liberarmi di un rifiuto in modo civile e sostenibile per l'ambiente?
Questa domanda mi ha spinto a contattare un amico che ne sa più di me in fatto di ambiente. Mi consiglia di tornare in via Stazio perché potevano aprire più tardi.
Aspetto fino alle 16:45. Davanti a me lo spettacolo di centinaia di infrazioni alle politiche ambientali: rifiuti di ogni sorta, vetro, plastica, elettrodomestici distrutti...all'interno dell'isola? No. Fuori, per strada, sui marciapiedi limitrofi, nelle zone di campagna antistanti l'isola "Ecologica". Ma la sporcizia c'è anche all'interno, proprio sotto gli alberi che danno quel senso di "Verde" all'isola.
Un richiamo selvaggio mi dice che forse dovrei lasciare il materasso lì davanti. Ma non ce la faccio ad essere incivile.
Contatto il centralino del comune, ma non sanno darmi notizie utili sul perchè l'isola sia chiusa. In cambio mi consigliano di recarmi in via Murge, ecc. ecc...
La linea cade, impietosa. Ho finito il credito telefonico. Il richiamo a delinquere si fa sempre più forte. Penso ad una variante al semplice abbandono del rifiuto: voglio lasciarci sopra i miei dati, requisiti e numeri telefonici per farmi contattare. Non so perché. Voglio dimostrare civiltà ad ogni costo.
Sono le 17:15 circa. La fortuna mi sorride. Arriva un camion della Manutencoop. Mi chiedo chi lo abbia mandato: sono mal pensante e credo che questa apparizione non sia un caso fortuito.
Il dipendente parcheggia davanti al cancello e mi chiede cosa devo gettare. Mi spiega che di pomeriggio non c'è più nessuno da quando l'addetto è andato in pensione. Ma come: con tutta la disoccupazione che c'è, non è ancora stato sostituito?
Mi garantisce che di mattina è tutto perfettamente funzionante e mi ricorda che esiste anche un'isola ecologica in via Murge!
Per fortuna gli lascio il materasso, in via del tutto eccezionale. Lo vedo entrare a gettar via il discusso fardello nell'apposito spazio e gli chiedo solo se è possibile far affiggere una tabella con degli avvisi oppure un numero di telefono da poter contattare in casi simili al mio. Nel fumo della sigaretta mi dice che "purtroppo le cose qui vanno così". Deduco che non ci sarà nessuna tabella o avviso. Quelle parole mi ricordano di essere ad Andria e che non ci sarà neanche nessuna medaglia al senso civico per un 'rompiballe' come me che non ha voluto scegliere la via più semplice: abbandonare i rifiuti dove capita.

Michele Di Pasquale