17 agosto 2010

Earth Overshoot Day: un triste giorno per l'umanità


Stiamo per andare in rosso. Con oltre quattro mesi di anticipo rispetto alla fine del 2010, il 21 agosto l’umanità avrà già consumato tutte le risorse che la natura può fornire nel corso di un anno. Ad annunciare la data del “Earth Overshoot Day”, il giorno del superamento, in cui la terra inizia a vivere al di sopra dei propri mezzi ecologici, è il Global Footprint Network, l’organizzazione internazionale che misura l’impatto dell’esistenza sulla natura.

La scadenza corrisponde al giorno in cui esauriamo il nostro budget ecologico annuale, mettendo la terra in condizioni di produrre risorse oltre la sua naturale capacità di rinnovarle. Un prestito dagli effetti devastanti per gli equilibri del pianeta, secondo i responsabili del Global Footprint Network: “dalla capacità di filtraggio dell’anidride carbonica a quella di produrre cibo, chiederemo alla terra di consumare stock di risorse aggiuntive accumulando ulteriori gas a effetto serra in atmosfera”.

A misurare il numero massimo di giorni che la biosfera può approvvigionare in un anno è il rapporto tra l’“impronta ecologica” globale – indice statistico di 150 Paesi che mette in relazione il consumo annuo di risorse ecologiche con la loro disponibilità – e la capacità della natura di rigenerarsi nel corso dello stesso arco temporale.

Un indicatore di sostenibilità che precipita di anno in anno, trascinando con sé i buoni intenti di uno stile di vita più eco-compatibile.

Dai trend annuali dell’organizzazione, nel 1987, primo anno in cui fu calcolato l’“Earth Overshoot Day”, il sorpasso avvenne con soli dieci giorni di anticipo rispetto alla scadenza del 31 dicembre.
Nel 1995 fu il 21 novembre mentre dieci anni dopo il pianeta andò in riserva già il 20 ottobre.
Negli ultimi due anni la deadline per l’equilibrio della terra è stata anticipata di un mese – da settembre a agosto – e forse ora è davvero arrivato il momento di fermarsi. “Quando si esauriscono in nove mesi le risorse di un anno si dovrebbe essere seriamente preoccupati”, afferma Mathis Wackernagel, presidente di Global Footprint Network. “La situazione non è meno urgente sul fronte ecologico: cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e carenza di cibo e acqua sono tutti chiari segnali di come non potremo più continuare a consumare ‘a credito’”.



Vedi anche: I paesi creditori e debitori ecologici

Ecco uno stralcio del sito della Rete dell'Impronta Ecologica Globale (Global Footprint Network) riguardo al debito ed al credito ecologico.

Today, 81% of the world’s population lives in countries that use more resources than what is renewably available within their own borders. These countries rely for their needs on resource surpluses concentrated in ecological creditor countries, which use less biocapacity than they have. By comparison, in 1961, the vast majority of countries around the globe had ecological surpluses. Those numbers have slowly dwindled; meanwhile, the pressure on the remaining biocapacity reserves continues to grow.
Che tradotto ed interpretato diviene:

Oggi l'81% della popolazione mondiale vive in paesi che usano più risorse di quelle rinnovabili che sono disponibili all'interno dei loro confini. Questi Paesi contano, per le loro necessità, su eccedenze di risorse concentrate in altri Paesi (dunque creditori ecologici) che usano meno rispetto alla biocapacità di cui essi dispongono. Confrontando i dati odierni con quelli del 1961 si evince che a quei tempi la maggior parte delle nazioni mondiali disponeva di risorse ecologiche in eccesso. Tali disponibilità sono diminuite lentamente; nel frattempo la pressione sulle riserve di biocapacità rimanenti continua a crescere e ciò è, evidentemente, insostenibile.

N.D.