29 luglio 2010

Chi è senza peccato...



...niente paura, non arriveranno pietre!

Carità cristiana e perdono del prossimo?

Macchè...è questione di scheletri nell'armadio!

da un articolo de ilfattoquotidiano.it


Fini tende la mano a Berlusconi: “Insieme per onorare l’impegno politico”.”Resettare tutto, senza risentimenti”.
Con questa formula esordisce in una breve conversazione serale con il Foglio Gianfranco Fini. ”Berlusconi ed io non abbiamo il dovere di essere e nemmeno di sembrare amici, ma dobbiamo onorare un impegno politico ed elettorale con gli italiani. Per questo – spiega il presidente della Camera e cofondatore del PdL – ci tocca il compito, anche in nome di una storia comune non banale, di deporre i pregiudizi, di mettere da parte carattere e orgoglio, di eliminare le impuntature e qualche atteggiamento gladiatorio delle tifoserie”.

Onorare l’impegno politico preso con il PdL è “l’unica via per evitare che una deflagrazione senza senso si porti via, tra le macerie di un partito e di una esperienza di governo, la credibilità del centrodestra, prima di tutto nella testa e nel cuore di quanti ci hanno seguito e dato il mandato di rappresentarli. Non ci sarebbero nè vinti nè vincitori, alla fine della mattanza “, dice Fini, che aggiunge: ”Garantismo e legalità non sono in conflitto.
La mia solidarietà verso chiunque sia colpito da gogna mediatica e da accanimenti palesi è di antica data, e resta intatta”.

Oggi il Giornale di Vittorio Feltri ha pubblicato un’inchiesta sul presidente della Camera.
A quanto scrive il quotidiano, i familiari di Gianfranco Fini occuperebbero un appartamento lasciato in eredità ad AN dalla vedova Anna Maria Colleoni

Leggi l’articolo sul sito de Il Giornale

N.D.

28 luglio 2010

Beppe Grillo: voglio sfidare fisicamente Feltri…



Nell'estate in cui il suo movimento Cinque Stelle vola nei sondaggi e i grillini preparano religiosamente la "Woodstock" del 26 settembre, lui, il comico genovese parla di tutto e di tutti.
Di politica, di privatizzazioni, di leader politici (a destra e a sinistra) senza filtri e annuncia: "Siamo l'unico movimento politico diverso che non utilizza una sola lira di contributi. Sarà per questo che il Giornale inventa scoop per infangarci? Se Feltri non rettificherà le balle del suo giornale voglio incontrarlo. Incontrarlo fisicamente, intendo. Sempre che non abbia paura..." di Luca Telese


Grillo, sei contento delle stime che vi danno al 3%?
Per nulla: è un dato taroccato.


Ma come, taroccato? Sareste a un passo dal quorum…

Ma noi siamo dieci passi oltre. Noi siamo già, in potenza, oltre il 10%. Quando si è votato, parlo di voti veri, abbiamo preso il 7,3%, solo in Emilia Romagna!


Però vi siete presentati in sole cinque regioni, perché?

Non siamo un movimento di cartapesta. Siamo presenti dove c’è Rete, dove c’è banda larga… E presto saremo ovunque.

Non pensi che parlare di “incontrarsi fisicamente” sia un linguaggio violento?

Se c’è uno che sa usare le parole sono io. E mi sono veramente rotto i co-gli-oni di chi le usa per infangare ragazze e ragazzi che fanno politica in modo pulito, senza mendicare prebende…

Per lei è un attacco politico?

Ho affidato Il Giornale ad un avvocato. Il titolo di prima dà una notizia falsa: “Grillo vuole soldi dallo Stato”. Poi, quando vai a pagina 7, il pezzo è pieno di condizionali e ipotetiche: se… se… se… Ecco come il signor Feltri fa scuola di disinformazione.

La metti anche sul piano personale?
Certo, Feltri è una Onlus. Lui si che è pieno di soldi pubblici: a Libero prendeva direttamente 5 milioni di euro all’anno. Ora con Il Giornale, fa incetta di contributi indiretti…

Passiamo all’acqua. Il referendum è la vostra crociata?

Siamo stati i primi a denunciare le porcate che hanno portato alla legge sulla privatizzazione.

Il centrodestra dice che la proprietà resta pubblica.
Hi, hi hi… che ridere… Sono comici, e nemmeno lo sanno. Con le concessioni sull’acqua si stanno facendo ricchi… In tutti i comuni in cui sono stati dati appalti di gestione l’acqua è aumentata del 100%. Mentre Tremonti spara balle sul rigore…


Perché?

È con i servizi che si fanno i soldi. La depurazione dovrebbe essere un servizio sociale e invece è diventata un business. I servizi che vengono venduti assieme all’acqua sono più importanti dell’acqua, capisci? Esempio? Parigi: il sindaco Delanoe ha dovuto clamorosamente de-privatizzare, recuperando 40 milioni di euro l’anno.

Cinque Stelle rischia di essere solo un movimento di protesta?

Quelli che protestano sono gli altri… Noi da anni stiamo dando le uniche ricette per sfuggire allo strozzinaggio della finanza e del finto capitalismo….

Ti senti anticapitalista?
Macchè, questa è la minima dose consentita di socialdemocrazia, altro che anticapitalismo!
Addirittura… Qui si stanno svendendo i beni pubblici nel quale è cresciuta la democrazia: parchi, le scuole, i trasporti… Tutto in nome della presunta sacralità del mercato. Stanno facendo a pezzi le conquiste di mio padre e di mio nonno.. Bisogna incazzarsi!

Come funzionerà la vostra Woodstock di Cesena?

Il bello è questo. Non lo so.

Come, non lo sai?
So che verranno le migliori intelligenze d’Italia: gruppi musicali della Madonna, ragazzi in tenda, famiglie in roulotte, spazi per i bambini…. So che io sarò lì ad accogliere tutti, che parleranno poche personalità scomode e poco sentite in tv… Ma se mi chiedi i dettagli, non so dirteli. Arriveranno!

Quanto costa il meeting?

Più o meno 240mila euro, che stiamo cercando di autofinanziare integralmente. Se manca qualcosa, metto di tasca mia…

Alla faccia di tutte le leggende sulla taccagneria dei genovesi?

Alla faccia di chi pensa che si fa politica solo se paga lo Stato.


Parliamo degli altri politici. L’ultima volta che ti ho intervistato trafiggevi i leader del PD.

Cambiano i leader, ma non la sostanza. Anzi: è ancora più arduo. Se ci fai caso Bersani è difficile persino immaginarselo. Sai, è il leader di una cosa che non c’è, non è mica facile….


Fra i tuoi elettori ce ne sono molti che votavano PD…
E infatti non hanno colpe! Ma io ho le palle piene di questi.

Li prendi in giro?
Ma figurati: solo che sono mor-ti, mo-rti! Lo ripetiamo da anni, e solo adesso la gente si è resa conta che il PdL-meno-elle esiste davvero….

Cosa gli rimproveri?

Tutto. Il fatto più grave è che dicono le robe a metà… Secondo Bersani esiste un nucleare cattivo, quello del governo, e poi ce nè uno buono e sicuro, il suo.


Quasi sicuro….

Già, peccato che sia quel quasi che li fotte: seguendo il Bersani-pensiero anche Chernobyl, anche il Titanic erano quasi sicuri…. L’idea che nella mente di Bersani esista un nucleare sicuro mi sconvolge…


Che pensi allora di Veronesi?

Mi dispiace che abbia messo la sua faccia a disposizione di un piano che serve ad arricchire Ligresti e Trochetti Provera…. Mi spiace anche per Renzo Piano che è un mio vero amico, e lo resta. Però non li capisco.

E Di Pietro, ora, ti senti concorrente?
Non c’è mai stata concorrenza, fra me e lui. Resta, anzi, la voglia di collaborare, è una persona straordinaria. Solo che lui è un politico: guida un partito, fa alleanze tattiche che noi non possiamo fare.

E di Vendola, che hai invitato a votare in Puglia?

Lo stimo. Però lo aspetto al varco, per sapere se trivellerà il mare in cerca di pozzi di petrolio, o se costruirà quattro inceneritori dicendo che se li è trovati. Penso che se entra in coalizione avrà le mani legate.


Lui si candida alla guida del centrosinistra, e tu?

Ma per carità! Ci ho provato con il PD, era una provocazione per parlare ai suoi elettori. Non hanno capito che conveniva pure a loro, pazienza.


Ma voi potreste coalizzarvi?

Credo che esprimeremo un nostro candidato premier.


Tu?

Macché, sarà un ragazzo di trent’anni.


Allora chi? Favia, che ha preso l’8% in Emilia Romagna?

È stato eletto per fare un altro lavoro, e noi non facciamo i cacciatori di poltrone.

Lo spettacolo quando parte?
A ottobre. Si chiamerà Grillo’s back, e sarà pieno di sorprese, compresa un po’ di magia. Probabilmente mi farò tagliare in due. Te la immagini la scena?





 

N.D.

25 luglio 2010

"Emergenza non è"


Così mi ha risposto al telefono l'agente di Polizia Municipale (o Polizia Locale) sabato 24 Luglio, verso le 18:00, quando ho chiamato per sollecitare un intervento del servizio di raccolta dei rifiuti, segnalandolo essenzialmente come un problema di igiene urbana ed ambientale.
Il solerte agente mi fa notare: “la persona che si occupa di questo adesso non c'è e comunque non si tratta di una emergenza, quindi deve aspettare domani, quando faranno la regolare raccolta”.
Il fatto è che il domani è arrivato e le foto ritraggono una delle tante strade andriesi (via Gorizia-alle 10:00 circa) con servizio di raccolta a due velocità.

Le foto sono più esplicite che mai, rappresentando oggettive verità.

Raccontano di uomini, di come essi si rapportano al loro ambiente urbano, di modi di intendere la fruizione e l'uso di spazi comuni, di modi di intendere il rapporto tra cittadini ed istituzioni e, soprattutto, raccontano di livelli di civiltà.

Borsellino: cerchiamo di capire cosa realmente accadde

Proviamo a prendere una lucida distanza dalle ridondanti parole di commemorazione, indispensabili e doverose o vacue e nauseanti, a seconda del sentimento che le muove, proferite in questi giorni su tutti i media, compresi quelli locali, per cercare di capire un pò di più fatti oggettivi ed incontrovertibili.

da L’Unità

Palermo, il Pm Gozzo: «Alcuni degli amici di Borsellino conoscono la verità»

di Nicola Biondo
«In Italia con le stragi di mafia c’è stato un golpe». A parlare è Nico Gozzo, procuratore aggiunto della procura di Caltanissetta dove è stata riaperta l’inchiesta sulla strage contro Paolo Borsellino e i cinque ragazzi della sua scorta.
Ha accettato di parlare a tutto campo. «Perché indagare sulla strage di via D’Amelio – spiega - è come usare una lente d’ingrandimento per vedere com’è diventato questo paese 18 anni dopo la morte di Paolo Borsellino». E allora vediamolo questo paese con gli occhi di un magistrato, giovane, garantista, che solo per un attimo non riesce a mascherare l’emozione quando ricorda gli ultimi giorni del giudice ucciso: «Ci sono persone che potrebbero darci spunti importanti sugli ultimi giorni della sua vita, ma purtroppo sono quelli che lo hanno tradito. Ciò che più mi addolora è che, in quei 56 giorni dopo Capaci, Borsellino ha sofferto la solitudine e il tradimento».
Dottor Gozzo, com’è l’Italia vista da Caltanissetta, con gli occhi di chi indaga sulla strage di via D’Amelio e sulla trattativa Stato-mafia?
«È un paese brutto, capace di dare tutto il peggio di se stesso. Un paese dove non esistono buoni e cattivi, dove il potere corrompe tutto o quasi. L’Italia migliore è quella dei cittadini senza potere, quella delle migliaia di persone che a Caltanissetta sono scese in piazza per non farci sentire soli ed esposti, come se il nostro lavoro non servisse niente».
La vostra procura sta riscrivendo la storia della “strage Borsellino” a partire dalla dichiarazioni di Gaspare Spatuzza. È emerso che Vincenzo Scarantino, sulle cui dichiarazioni si sono fondate due sentenze definitive, è un falso pentito e che fu addestrato da uomini della polizia. È la solita vecchia Italia dei depistaggi?
«Spatuzza si è assunto la responsabilità di aver rubato lui l’auto servita per l’attentato. E sta fornendo ulteriori elementi, ma ovviamente non posso parlare dell’indagine in corso. Di certo, le sue dichiarazioni hanno reso inevitabile un riesame dei momenti successivi alla strage. Attualmente la nostra procura è impegnata su tre fronti: da una parte trovare i riscontri a quanto dice Spatuzza, molti dei quali sono - è ormai noto - di segno positivo. Dall’altro, dovremo fornire alla Procura generale gli elementi per rivedere le posizioni di alcuni dei condannati. Infine, affrontare la questione delle responsabilità esterne a quella mafiosa».
Anche nella “strage di Borsellino” come in tutte le altre, appare l’ombra del depistaggio istituzionale. Avete interrogato tre dei dirigenti di polizia che gestirono Scarantino...
«Non ci sono dubbi che la morte di Borsellino fu voluta da Cosa Nostra. Come appare chiaro che qualcosa non andò per il verso giusto durante le indagini. Cosa sia intervenuto è l’oggetto della nostra inchiesta. Non posso dire nulla sugli interrogatori, ma è chiaro che analizzeremo con grande attenzione le parole di tutte le persone che abbiamo sentito».
Non c’è il rischio che eventuali reati connessi al depistaggio dell’indagine siano già prescritti?
«Mi pare presto per parlare di argomenti che affronteremo, eventualmente, al termine dell’indagine sull’eventuale depistaggio».
Quali sono i buchi neri della strage, le domande senza risposta?
«Quelli che lei chiama “i buchi neri” riguardano il commando che aspettava il giudice in via D’Amelio e l’uomo che ha premuto materialmente il pulsante del telecomando del massacro. Purtroppo si sono persi molti pezzi della ricostruzione. Penso al luogo dove si piazzarono gli attentatori, vicenda sulla quale le indagini hanno lasciato a desiderare (vedi l’Unita> di ieri, ndr), e alle tante testimonianze che sono venute a mancare».
A cosa si riferisce?
«Lo riassumo facendo io alcune domande: perché nessun pentito ha mai raccontato la fase esecutiva dell’attentato? Perché l’uomo che fornisce il telecomando per la strage si suicida in carcere? C’erano due squadre in azione quel 19 luglio: una che doveva intervenire presso la casa del giudice, l’altra, quella che poi ha compiuto la strage, pronta a operare in via D’Amelio. Da chi erano composte queste due squadre e come hanno saputo, con sicurezza, che il giudice sarebbe andato lì quella domenica?».
Reticenze dei mafiosi, ma anche di uomini di Stato.
«È così. Forse a intralciare le indagini sono state analisi errate. Ma non mi sento di buttare la croce su chi ha indagato prima di noi. Il pubblico ministero è cieco e sordo, nel senso che possiamo vedere e sentire solo tramite la polizia giudiziaria. Quanto alla pretesa “anomalia” di due stragi così ravvicinate, in realtà - purtroppo - non sono per Cosa Nostra una rarità. Poi è ormai chiaro che la morte dei due giudici è stata il risultato di un’unica strategia mafioso-terroristica per far capitolare lo Stato, per farlo scendere a patti».
Dunque Borsellino muore per la trattativa?
«Muore anche per la trattativa. E ci sono molte persone che lo potrebbero raccontare. Alcune di esse vanno ricercate tra alcuni dei cosiddetti “amici” di Paolo Borsellino. La cifra essenziale della sua morte è la solitudine e il tradimento. Una cosa orribile per un uomo come lui che aveva bisogno di voler bene, di dare e ricevere fiducia».
Perché le indagini sulle stragi fanno tanta paura? Berlusconi ha detto che è un complotto contro di lui, che si tratta di “cose vecchie”.
«Vorrei rassicurare il Presidente. Se parla così, credo sia mal consigliato. Non c’è alcun complotto. Lo posso dire con serenità: a partire dal 1997 ho archiviato più di un’inchiesta che lo riguardava. Ho l’impressione che qualcuno cerchi di alimentare il risentimento di Berlusconi contro la magistratura per ottenere una compressione della democrazia nel nostro paese».
Lei è stato pubblico ministero nel primo processo contro il senatore Marcello Dell’Utri. Si aspettava la condanna anche in secondo grado?
«Assolutamente sì. Purtroppo, in questa vicenda, ci sono silenzi pesanti che fanno pensare che certi rapporti non siano solidi come vengono dipinti. Ad esempio, il silenzio di Silvio Berlusconi quando, nell’ambito dell’inchiesta Dell’Utri, gli chiedemmo conto del rapporto con il suo collaboratore. In quel caso decise di non difendere davanti ai magistrati il socio di una vita».
Non ci dovrebbe essere un dovere politico e morale di chiarire?
«Chi indaga sulla mafia, sulle stragi, ha un desiderio: che il sistema politico sia autorevole, che non sia esposto a ricatti. Credo che, dopo la sentenza Dell’Utri, il presidente del Consiglio, che è anche il mio presidente, abbia un’occasione: lasciare finalmente il senatore al suo destino e dire finalmente cosa è successo nei 22 anni in cui Dell’Utri ha lavorato per lui e le sue aziende e, nello stesso tempo, con la mafia. Quello che nessuno può fare è dire ai magistrati di Palermo e Firenze, competenti sulle indagini post-1993, che la magistratura non ha il dovere di continuare ad indagare».
La questione morale non riguarda solo la politica, ma investe, come emerge dall’inchiesta sulla cosiddetta P3, anche la magistratura.
«Nel passato alcuni uffici giudiziari furono definiti “porti delle nebbie” dove sempre si archiviavano le inchieste più scottanti. L’abitudine di certi magistrati di frequentare ambienti politici, imprenditoriali o centri di potere più o meno occulti non è venuta meno, anzi. Purtroppo nessun ambiente è immune per definizione da germi corruttivi. È per questo che chi indaga si trova di fronte ad un paese in chiaroscuro dove il confine tra buoni e cattivi è sempre più labile. È il caso anche di un certo modo di fare giornalismo».
È una fissazione di alcuni o davvero in Italia c’è il rischio che la magistratura venga asservita alla politica?
«La questione centrale non è solo l’autonomia della magistratura, ma quella della polizia giudiziaria che deve essere indipendente da centri di potere politico ed economico. Le indagini sul campo vengono fatte dalla Pg e se questa subisce condizionamenti è davvero finito tutto».
Lei di recente, commentando notizie di stampa sulle inchieste per la strage di via D’Amelio, ha usato parole molte dure. Queste: «Chi scrive certe cose fa il gioco di chi in Italia ha voluto, con le stragi di mafia, fare un golpe».
«Sono convinto che l’Italia è un paese di patti e ricatti, dove ci sono persone che utilizzano la stampa con fughe di notizie o la propalazione di cose non vere. Se alcuni giornalisti avessero il coraggio di ammettere di essere stati contattati, forse usati, da oscuri personaggi, e ci dicessero chi sono, arriveremmo più facilmente alla verità sulle stragi. C’è una campagna di disinformazione in corso, uno schema che riappare ogni qualvolta le indagini sfiorano i livelli alti. L’obiettivo è sabotare le indagini con notizie artefatte, costruite in laboratorio. So di apparire impopolare con questa mia presa di posizione oggi che si discute del Ddl intercettazioni e del bavaglio alla stampa. Ho un grande rispetto del lavoro dei giornalisti, ma un certo modo di fare giornalismo può essere anch’esso una forma di bavaglio, una distorsione della realtà, un intralcio alla giustizia».
È uno scenario da brivido: trattative, stragi, ricatti e depistaggi a mezzo stampa.
«In Italia tra il ‘92 e il ‘93 si è consumato un golpe. Un sistema politico è stato spazzato via con le stragi. Ci sono state trattative e lo confermano ufficiali dei Carabinieri. Questo è un fatto già accertato da sentenze. Ci accusano di ascoltare uno come Massimo Ciancimino, ma lui è stato indubbiamente testimone di alcuni fatti. Saremmo stati pessimi investigatori se non avessimo ascoltato la sua versione dei fatti».
Però ci sono state perplessità e anche qualche attrito con la Procura di Palermo.
«Non c’è nessuna spaccatura: è normale che, anche in una stessa Procura, ci siano modi diversi di vedere una fonte di prova. È la modalità delle “produzioni documentali”, diluite nel tempo, che può condurre ad una più difficile utilizzazione delle prove. Il nome di Massimo Ciancimino come testimone di quella vicenda non lo inventano i magistrati, ma gli stessi ufficiali dei carabinieri Mori e De Donno, che incontravano suo padre. Alla fine valuteremo l’attendibilità del suo contributo. Ma si ricordi che in questa storia non ci sono né buoni né cattivi».


da L’Unità

Omertà di Stato

di Rita Borsellino
Sono trascorsi diciotto anni dalla strage di via D’Amelio. Diciotto anni da quella di Capaci. Diciassette dalle bombe di Milano, Firenze e Roma. E ancora oggi non conosciamo la verità su quanto accaduto in quegli anni. Così come non sappiamo la verità sulle morti di Antonino Agostino ed Emanuele Piazza, o perché Vincenzo Scarantino si sia autoaccusato di aver procurato l’autobomba che ha ucciso Paolo Borsellino e la sua scorta. La lista dei misteri potrebbe continuare ancora e a lungo. Di sicuro, sappiamo che lo Stato che commemora non è ancora riuscito a garantire la giustizia per i suoi giudici, i suoi poliziotti, i suoi cittadini assassinati. E sappiamo anche che c’è uno Stato che ha agito perché non si arrivasse alla verità sulle stragi di mafia, su un capitolo fondamentale della storia italiana. Lo sappiamo perché le cronache di questi anni ce l’hanno raccontato.
La narrazione ha proceduto a scatti, tra fughe in avanti e flash back, tra rivelazioni tardive e menzogne a orologeria. Eppure, da questo racconto scombinato è venuta fuori pian piano la storia di una guerra tutta interna allo Stato. E, come in tutte le guerre, ci sono stati morti e feriti, eroi e traditori, nemici travestiti da amici. Adesso che conosciamo il canovaccio, è giunta l’ora di dare nome e cognome ai protagonisti e alla comparse di questa vicenda, restituendo a ciascuno il proprio ruolo. È vitale conoscere i nomi di chi ha depistato le indagini sulle stragi. Capire, per esempio, perché attorno alle parole di un pentito “anomalo” come Vincenzo Scarantino si sia costruito il grosso delle prime indagini su via D’Amelio.
Bisogna ricostruire una volta per tutte quello che è successo subito dopo l’omicidio di Borsellino, dalla scomparsa dell’agenda rossa all’arresto di Totò Riina. C’è poi da chiarire il ruolo svolto dagli agenti di polizia Antonino Agostino e Vincenzo Piazza. Prima, è stato fatto credere che fossero morti per questioni private, poi che avessero partecipato nel ruolo di “cattivi” al fallito attentato dell’Addaura contro Giovanni Falcone. Ci sono voluti diciotto anni perché scoprissimo che i due giovani poliziotti all’Addaura c’erano realmente, ma per proteggere il giudice e non il contrario. Più o meno il tempo che è stato necessario ad alcuni autorevoli personaggi della politica e delle istituzioni per recuperare la memoria e parlare. Hanno parlato della presunta trattativa tra Stato e mafia e del fatto che Borsellino fosse a conoscenza di questa trattativa. Non mi è del tutto chiaro il motivo per cui ci siano voluti tutti questi anni per ricordare fatti così importanti. Di sicuro, chi sa tutta la verità, oggi, non ha ancora aperto bocca.
Nell’attesa, sarebbe bene che lo Stato (il governo o chi per esso) chiarisca ai suoi cittadini alcune anomalie emerse negli ultimi mesi. Mi riferisco, innanzitutto, al deposito di Bagheria dove sono state lasciate marcire, tra muffa ed escrementi, le carte del “Gruppo Falcone-Borsellino”, ossia della prima indagine su Capaci e via D’Amelio, la stessa che ha ruotato intorno alle parole di Scarantino.
Oggi, su quelle carte la magistratura sta lavorando alacremente per comprendere, per esempio, l’effettiva rilevanza delle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza e di Massimo Ciancimino. Ebbene, com’è possibile che uno Stato che vuole combattere la mafia possa permettere che topi e tarli facciano scempio di documenti così delicati e importanti? Com’è possibile che da quei documenti siano scomparsi gli identikit dei presunti killer di Capaci? Com’è possibile, poi, che quando i procuratori hanno chiesto ai servizi segreti le carte su Vito Ciancimino, si siano visti recapitare solo ritagli di giornale?
Fatti del genere possono accadere solo per due ragioni: o per dolo, o per negligenza. In entrambi i casi, ci sono dei responsabili. E a questi lo Stato deve dare nomi e infliggere sanzioni. Ma nulla è stato ancora fatto.
Di contro, l’ignavia istituzionale è venuta meno quando si è trattato di concedere la protezione a Spatuzza. Le tre procure (Palermo, Caltanissetta e Firenze), che stanno riaccendendo i riflettori sui misteri che hanno avvolto le stragi, credono a Spatuzza. Il Viminale, invece, ha trovato un cavillo per negargli il regime di protezione concesso ai pentiti. Come ha ben scritto Attilio Bolzoni, è come se gli avessero messo un sasso in bocca. E che dire, sempre per restare in tema di decisionismo politico, delle gravi ripercussioni sulle indagini che potrebbe avere la cosiddetta “legge bavaglio”? Senza dimenticare l’esultanza con cui, illustri esponenti della maggioranza e del governo, hanno salutato la condanna del senatore della Repubblica, nonché l’uomo chiave nella costruzione di Forza Italia e del Pdl, Marcello Dell’Utri, il quale, secondo la sentenza, è stato per trent’anni, anche nel periodo delle stragi, in stretto contatto con i boss mafiosi, fornendogli persino protezione. Sono queste “azioni” che mi fanno dire con convinzione che c’è uno Stato che non vuole arrivare alla verità sulle stragi di mafia. Uno Stato che sulle tombe di Falcone e Borsellino preferisce portare corone di fiori. Ma non la giustizia.

21 luglio 2010

Magie di palazzo

"La questione del mercato comunale è una saga che non smette di sorprenderci." 
"Se la fretta della Giunta ci faceva preoccupare, la disattenzione della maggioranza in Consiglio ci spaventa. Ormai, più che di mistero, possiamo ormai parlare di magia".

E' quanto affermano i Grilli andriesi in merito alla delibera di riaccorpamento del mercato che trova espresso, al 27 di Aprile, il parere favorevole delle categorie sulla planimetria del Comune, mentre poi si afferma che tale planimetria veniva predisposta il 25 Maggio. "Come hanno fatto, dunque, ad Aprile a discutere ed approvare una planimetria fatta a Maggio? Mistero. Anzi no, magia!"

Sui costi dello spostamento temporaneo secondo il movimento politico Andria 5 Stelle la stima va ben oltre i 100mila euro, "soldi che potevano essere utilizzati per lo spostamento definitivo, tanto per dirne una, soluzione, questa, che da tempo viene sollevata e poi posta nuovamente sotto silenzio, a seconda che vi sia bonaccia o vento di lottizzazioni".

Tornando alla delibera si dice, inoltre, che tale provvedimento non interferisce con i lavori della Villa comunale. A tal proposito il movimento Andria 5 Stelle ha visionato il progetto di recinzione: "si, cari amici, proprio quella che non si doveva fare secondo il candidato sindaco Giorgino, durante la campagna elettorale". Che sorpresa quando abbiamo scoperto le sinuose curve che tale recinzione avrebbe dovuto sostenere. Imprevedibili ostacoli minacciavano la buona riuscita dell'operazione (gli alberi, come sapete, hanno il brutto vizio di rimanere fermi nei luoghi più impensabili, per anni, impertinenti!), ma la missione doveva riuscire, al fine di lasciare il maggior spazio possibile al ritorno delle postazioni in prossimità della villa comunale".
Quanto alle graduatorie, gli stessi affermano quanto segue: "troveremo operatori con licenza più datata in via Achille Grandi e via Bruno Buozzi (sperando di trovare applausi e richieste di bis dai residenti e dagli stessi operatori) e operatori con licenza più recente in zone commercialmente più redditizie. La logica ci suggerisce che forse è meglio riflettere, ma si sa, al genio dell'illusionista la ragione non comanda.

Durante la campagna elettorale era stata promessa dal candidato sindaco Nicola Giorgino una ordinanza (immediata) per lo spostamento del mercato. Che fine ha fatto? Perché si è deciso per il passaggio dal consiglio comunale? Errate previsioni o mancanza di un'adeguata bacchetta magica?

Nelle due vie, dunque, occupate senza chiedere i pareri opportuni agli enti competenti e ai cittadini che abitano quelle zone, che sarebbero i primi destinatari di questi provvedimenti, anzi, pardon, "numeri di magia", avremo operatori scontenti. Figurarsi chi "subirà" il mercato al lunedì mattina!"

Anche la stessa delibera di individuazione della nuova area dove dovrebbe sorgere il nuovo mercato (via Vecchia Bisceglie), fatta chiedendo nessun parere tecnico ad alcun ente competente (questa è una deroga tutta andriese alla legge vigente), è stata approvata con una planimetria che è magica quasi quanto la prima. Ci sorge un dubbio: quanti della maggioranza, in consiglio, hanno visto questo progetto? Come sarà la nuova area mercatale?

Per carità, non vogliamo che ci venga spiegato il trucco, al mago non si chiede mai.
Però ci sorgono dei dubbi. Andiamo allora per esclusione.
Moltiplichiamo sette metri (media dell'occupazione di una postazione) per 560 postazioni. Otteniamo un'area di circa 4 km di lunghezza lineare. Quindi, in doppia fila, servirebbe una strada lunga oltre 2 km e larga almeno 12 metri. Dato che questa soluzione ci appare quasi impossibile (se si esclude l'arte magica di chi se n'è occupato finora), quello che rimane è un grande piazzale da 560 postazioni di vendita.

Andria 5 Stelle sostiene inoltre che il mercato settimanale passerà da una zona interna alla città fortemente urbanizzata (dove si trova ora il mercato, tanto per intenderci) ad una zona provvisoria con molti problemi da adeguare in fase di installazione del mercato, nella zona intorno alla villa, per finire poi, in ultima istanza, ad una zona esterna all'abitato (via Vecchia Bisceglie).
In ultima battuta i mittenti della lettera aperta indirizzata al Sindaco Giorgino, chiedono che si possa chiudere il cancello antistante il Monumento dei Caduti, dove, "i soliti balordi fanno del piazzale un circuito per le loro più variegate esibizioni motociclistiche, degne del miglior Valentino Rossi. Con 15 milioni di euro che avete chiesto in anticipo ai vostri datori di lavoro (gli elettori), avreste per caso qualche euro (o qualche magia) da spendere per chiudere quel cancello?"

Lista Civica Andria 5 Stelle

17 luglio 2010

Incontro con l'informazione

Lunedì 19 Luglio alle ore 20 presso il Giardino Mediterraneo (vicinanze dello Stadio-Curva Sud), Andria 5 Stelle incontra, per un dibattito, il mondo dell'informazione. 

Sono previsti gli interventi di:
  • Michele Palumbo (Gazzetta del Mezzogiorno), 
  • Marilena Pastore (Tele Dehon),
  • Alessandro Lorizzo (quotidiano online "Il Domani Andriese")
Il dibattito sarà aperto a successivi interventi dal pubblico.

11 luglio 2010

Il turismo e gli andriesi...

Grido di dolore di Giuseppe D'Ambrosio


"Ero in bici, andavo al Castel del Monte, la nostra risorsa turistica più importante. Almeno così dovrebbe essere. Lo è in ogni campagna elettorale, lo è in ogni dibattito cittadino e lo è in ogni manifestazione culturale nella quale si cerca sempre di mostrare il nostro bellissimo castello ottagonale. Ma, probabilmente, non è così per gli andriesi!

Mentre mi avvicinavo alla zona di Abbondanza, vedo un auto ferma che lascia a terra delle buste di rifiuti e riparte...per fortuna loro non riesco a prendere il numero di targa...ma la sorpresa si trasforma in rabbia quando mi avvicino all'isola di cassonetti che si trova li sulla strada e vedo questo spettacolo che adesso vi mostro:












Le immagini parlano da sole, parlano di rifiuti gettati per terra con dei cassonetti completamente vuoti. Le immagini parlano di rifiuti di ogni genere gettati ai bordi della strada, con l'immancabile amianto. Le immagini parlano di rifiuti ingombranti. Ma le immagini vi mostrano anche dei documenti, si avete capito bene, documenti. Ci sono gettati documenti con dati personali in bella mostra (sim ancora sigillate, bollette telefoniche, visure della camera di commercio e altri documenti).

Tutto questo mi stava facendo ribollire ma mi sono spento subito ed il mio tono dell'umore è passato ad uno stato depressivo. Mentre ero li a fotografare passavano dei turisti (stranieri e non) con i loro camper e li vedevo osservare schifati quello spettacolo!!!

Mi chiedevo quale fosse il loro pensiero su quello che vedevano. Che l'andriese fosse un troglodita. Un incivile. E allora ho pensato che è giusto pensarlo perchè chi non tutela UN PARCO NAZIONALE, non tutela un bene patrimonio dell'UNESCO...non è degno di essere definito nemmeno cittadino. Io in quei momenti mi vergognavo di essere andriese. Ma quale fierezza di essere andriese c'è in queste immagini. Poi ci lamentiamo della crisi economica, dei posto di lavoro che non ci sono e dei turisti che vanno al Castello ma non passano da Andria. Quale bel ricordo possono portare via questi turisti quando assistono a queste indecenze. Andriese che leggi, se tu fossi andato a visitare la Tour Eiffel, il Colosseo o qualsiasi altro monumento, e nelle vicinanze avessi trovato questo spettacolo, cosa avresti pensato?

Ma di cosa mi preoccupo. In fondo l'andriese sa vantare per la loro civiltà e pulizia solo i luoghi dove va in vacanza, mentre casa sua può continuare ad essere una discarica.
Sono consapevole che adesso qualche, solito, bacchettone mi dirà che non è giusto generalizzare, non è giusto dire queste cose contro la nostra città e gli abitanti della stessa, ma io devo farlo...perchè sia in campagna elettorale che nella vita mi sono contraddistinto sempre per una cosa: la sincerità.
Per tale motivo, ANDRIESE, CON TUTTO IL CUORE, MI FAI SCHIFO!!!"

Giuseppe D'Ambrosio

9 luglio 2010

"Siamo seriamente preoccupati per alcuni atti di Giunta che sembrano essere approvati senza la dovuta attenzione, considerando la presenza nella stessa di alcuni professionisti del diritto di indubbie capacità.
Ci riferiamo ad esempio al comodato gratuito di un area di parcheggio (zona Ipercoop) ad un noto esercizio commerciale. Certo, le finalità sono comprensibili e cioè far diminuire le possibilità di furti delle autovetture degli utenti di questa attività commerciale, ma ci chiediamo se in questo modo non si avvantaggia questa rispetto ad altra attività commerciale simile. E se altre attività commerciali che hanno nei pressi uno spiazzo pubblico decideranno di fare una identica richiesta, avranno anch'esse un parcheggio riservato? Al posto del comodato gratuito non si potevano chiedere in cambio, ad esempio, bonus di questa nota attività da poter magari poi distribuire gratuitamente agli indigenti o ai disabili?
Ci sembra incredibile che noi, neofiti della politica, vediamo cose che sfuggono a politici esperti, come pare essere sfuggita alla Giunta la necessità di far fare al dirigente competente un' indagine di mercato, e non un affidamento diretto, quando si chiamano cantanti in città (a partire da Fabi) a realizzare concerti che proprio gratuiti non sono poiché paga il comune, ed essendo soldi pubblici il tentativo di trovare un'altra società che assicuri le prestazioni dello stesso artista a minor costo forse dovrebbe essere cosa quanto meno opportuna!
Crediamo che almeno queste poche cose, tra le tante, non siano attribuibili alla passata amministrazione (responsabile di tutto il resto per i prossimi 4 anni e rotti mesi).
A proposito, i prossimi quasi 5 anni o prossimi quasi 3 anni? Ci servirebbe saperlo così ci affrettiamo nei preparativi per partecipare alle prossime elezioni, dopo le quali ci auguriamo di poter interloquire con un Onorevole-VicePresidente-Sindaco in un colpo (la scelta di quale indennità prendere stavolta sarà ancora più difficoltosa!). Magari , senza aspettare tanto, possiamo intanto chiedere al Sindaco di premere sul Vice Presidente della Provincia BAT per avere il bike-sharing fermo li da mesi? Ci riferiamo a quelle stazioni previste in più rispetto alle attuali, che speriamo vedere ultimate quanto prima (quando?).
Approfittando di questo incontro , possiamo anche chiedere al Sindaco di ricordare al Vice Presidente della Provincia BAT che l'illuminazione degli svincoli della ex S.S.98 sono di proprietà provinciale e sono tutti spenti?
Come vede, questa volta non stiamo chiedendo miracoli o opere mirabolanti, ma solo di riaccendere qualche lampadina, lampadina che riteniamo si accenderà violentemente nella testa della nostra sinceramente simpatica assessora ai servizi sociali, se nei prossimi stanziamenti di Giunta continuerà a non vedere il becco di un euro, costringendo magari il servizio S.O.S.S., che dovrebbe essere sostenuto finanziariamente dall'amministrazione, ad alzare bandiera bianca.
Concludiamo con la nuova puntata del mercato settimanale facendo una semplice ma importantissima domanda: Ma il riaccorpamento (non si è vista nessuna planimetria, giusto per avere un idea) si fa intorno alla Villa comunale o nella 167? Non si è capito bene, (non ci saranno certamente problemi con gli operatori che causano questo silenzio, vero?), per questo aspettiamo di vedere una planimetria che al momento non s'è vista.
"

Lista Civica Andria 5 Stelle

5 luglio 2010

The Story of Bottled Water

con Annie Leonard
SUB ITA



La storia dell'acqua in bottiglia, utilizza lo stile di Story of Stuff per raccontare la storia di come la domanda costruita induca gli americani (e non solo!) ad acquistare più di mezzo miliardo di bottiglie di acqua ogni settimana, quando fluisce già dal rubinetto. In poco più di cinque minuti, il film esplora ed attacca l'industria dell'acqua in bottiglia a favore dell'acqua di rubinetto e l'uso della pubblicità seducente, a tema ambientale per coprire le montagne di rifiuti di plastica che produce. Il film si conclude con un invito a 'riprendere il rubinetto', non solo facendo un impegno personale per evitare l'acqua in bottiglia, ma per sostenere gli investimenti in acqua del rubinetto pulita e disponibile per tutti.

Sottotiolato in italiano da Andrea Verlicchi.

4 luglio 2010

Trasparenza, Camere dei Deputati e dei Senatori: terna improbabile..



Online la lista dei fornitori. Bel colpo della deputata radicale eletta nel Pd Rita Bernardini che dopo uno sciopero della fame e molta tenacia è riuscita a farsi consegnare la documentazione dai questori delle camere. Pannella: "Roba da codice penale"
di Daniele Passanante

Rita Bernardini è una deputata radicale eletta nelle liste del Partito Democratico.
Con tenacia e convinzione ha appena vinto una battaglia in nome della trasparenza: rendere pubblici via internet i conti e le spese di gestione di Camera e Senato.
Ci avevano provato i radicali anche ai tempi in cui presidente della Camera era Nilde Iotti, ma senza risultati.
Ora grazie anche alla sensibilità del presidente Gianfranco Fini, i conti sono stati resi pubblici. Ma molte sono state le resistenze da parte di chi amministra le due Camere.
I dati sulle collaborazioni e le consulenze della Camera, vigenti all'1 gennaio 2010, e l'elenco delle ditte con le quali sono in corso contratti di lavori, forniture e servizi, sono stati ottenuti dalla Bernardini dopo una vera e propria battaglia durata mesi e culminata in uno sciopero della fame in risposta al diniego dei deputati questori di Montecitorio di accedere alla documentazione.

In un Paese normale questi dati sono trasparenti. Perché in Italia no, al punto che nemmeno un deputato può ottenerli se non dopo uno sciopero della fame?
Perché ci sono state delle resistenze da parte dell'amministrazione della Camera e da parte dei questori che gestiscono tutta l'amministrazione per conto dei partiti e dei gruppi parlamentari. Resistenze che mi hanno particolarmente insospettito e che sono state battute solo grazie, all'iniziativa che ho portato avanti, e alla disponibilità del presidente della Camera Gianfranco Fini. È stato importante essere riuscita a scovare un regolamento interno dell'amministrazione della Camera dove espressamente all'articolo 68, comma 4 è invece previsto che i deputati possano accedere a queste informazioni. È un regolamento sconosciuto ai deputati, che non è messo nemmeno online e che io sono riuscita ad avere e a studiare. Ovviamente lo abbiamo messo a disposizione di tutti nel sito Boninopannella.it questa cosa è particolarmente significativa perché l'amministrazione della Camera e del Senato non sono soggette ad alcun controllo di spesa. Però a me è apparso strano, nel momento in cui si discuteva in aula l'approvazione del bilancio interno, il fatto che noi non potessimo accedere agli atti.
Lì i questori sono stati incredibili: Mazzocchi mi ha detto che non era previsto dalla normativa europea. Mi hanno risposto dopo mesi dicendo che non avevo diritto e che erano loro che controllavano e che semmai avrei potuto chiedere a loro dei chiarimenti. Insomma hanno mentito spudoratamente. Quello che è incredibile è che possono permettersi di mentire senza ricevere alcuna sanzione. Finché è intervenuto Fini che mi ha mandato un bigliettino molto carino.

Dopo l'autorizzazione di Fini, come ha collaborato l'amministrazione?
Il bigliettino di Fini è del 2 febbraio, il 3 mi è arrivata la prima tranche, le collaborazioni e un elenco dei fornitori solamente con il nome della ditta senza specificazioni di importo e di lavoro svolto. Allora ho chiesto di avere altri dati. Il 9 febbraio mi hanno dato tutto. L'altra cosa importante è che noi possiamo accedere ai contratti, io posso chiedere di qualunque contratto i termini in cui è stato stipulato. Nella relazione del professor Crivellini del Politecnico di Milano a cui ho mandato il regolamento viene fuori che dal segretario generale ai questori hanno una possibilità di spesa molto significativa. Il segretario generale può spendere fino a 250mila Euro, naturalmente oltre allo stipendio, per opere legate al suo ufficio. La relazione è interessante per vedere il potere dell'amministrazione della Camera e soprattutto l'impossibilità dei controlli.

Alla fine emerge una sorta di monopolio da parte di una società, la Milano90 srl, è regolare?
Ieri Pannella ha detto che ci sono elementi da codice penale, la Procura della Repubblica di Roma definita da Pannella la "grande insabbiatrice” potrebbe indagare. Poi queste cose sono fatte in modo che siano tutti d'accordo. L'impresa Milano90 di Scarpellini cerca di accontentare tutti nel gestire questo immenso budget. Qui si può vedere come funzionano i gruppi di potere che ci sono e si spartiscono cifre consistenti.

Alla fine le spese totali di Camera e Senato sono eccessive rispetto ad altri Paesi?
Un confronto è stato fatto in passato. Credo proprio che le spese siano eccessive. ma quello che è più grave, io non mi spavento delle cifre ma degli strumenti che hanno a disposizione i deputati per svolgere il proprio lavoro.
Per esempio Palazzo Marini, dove i deputati hanno i loro uffici, io ci ho messo piede 3 volte, poi mi sono stufata. Preferisco rintanarmi in un angolo del Partito Radicale.
A Palazzo Marini
  • il computer è lento,
  • chiedere un'informazione a qualcuno è quasi impossibile,
  • per arrivare alla stanza mi sono dovuta portare la bussola perché c'è un labirinto di ascensori e scale,
e se pensiamo che costa 9mila Euro al mese per ogni deputato avere quel posto infernale, io ho fatto la battuta: me ne vado al Grand Hotel. Quei denari potrebbero essere utilizzati dai deputati per approfondimenti, studi, inchieste. Sono anche soldi spesi male, poi ti riempiono di cancelleria. Quando sono entrata lì non so quante penne, blocchi e carta mi hanno dato e stanno lì ancora immacolati, cose che servirebbero in un ufficio per 20 anni.

Non c'è il rischio di fare demagogia su un tema facile?

Infatti, io che cosa ho detto?
Questi soldi sono anche spesi male.
Anche la parte che ho trattato ieri in conferenza stampa, sull'assistenza sanitaria per i deputati, i familiari e i conviventi (le coppie di fatto valgono per i deputati): prevedere
  • la chirurgia plastica,
  • la balneoterapia e
  • tutte le altre cose
mi sembra uno spreco, una cosa eccessiva, rispetto da quello che è previsto dal servizio sanitario nazionale per il cittadino. L'assistenza giusta va pretesa per tutti i cittadini.
Se un deputato vuole fare la chirurgia plastica, se la paghi. Tra l’altro questo fondo di solidarietà tra gli onorevoli comporta che io non possa sapere niente di come è gestito. Lo gestiscono i questori. Io non voglio sapere quale deputato ha usufruito di cure particolari, ma quanti, sì.
Si potrebbe prevedere di contenere questo tipo di spese, non sono cose demagogiche ma ragionevoli.
La cosa importante è che questi dati messi online consentono al cittadino di informarsi e al deputato di controllare.
Tranne i radicali nessuno in passato ha chiesto questo tipo di informazioni. Si parla di un partito che è per la trasparenza come l'Italia dei Valori, ma non hanno detto una parola. E loro stanno nell'ufficio di presidenza. Perché deve essere venuto in mente a me e non a uno dell'Italia dei valori eppure i giornali gli fanno una pubblicità incredibile.
Anche sull'anagrafe pubblica dei deputati, poter vedere online quello che fanno, compresa la loro anagrafe patrimoniale, anche lì se si guarda la risposta dei questori è esilarante. Mi hanno risposto che in base alla legge dell'82, i dati li possono avere solo gli elettori, se li mettiamo online possono leggerli anche gli altri (ovvero minori ed extracomunitari). Potevano dire che online si prevede che l'elettore che presenta i suoi dati elettorali può accedere ai dati. E invece niente.

Che reazioni ci sono state?

Qualche uccellino mi ha detto che in questi giorni l'amministrazione della Camera è stata molto in fibrillazione. Mi hanno detto che volevano interrompere la conferenza stampa.
Potevano fare una cosa più intelligente e precederci nel rendere pubblici questi dati.
Perché tanta resistenza?

Tratto da un articolo di Libero News

Per chi ha le coronarie in ottima salute, ecco l'elenco delle consulenze e degli incarichi di cui si fa menzione nell'articolo.

Allo scrivente tornano in mente le parole sempre attuali di Gesù sugli scribi ed i farisei.
Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: "Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini(...)
(...) Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!(...)
(...) Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d`iniquità. ( Mt 23,32)

N.D.


1 luglio 2010

Dalla padella alla brace?

E' strano, a pochi mesi dall'insediamento dell'Amministrazione Giorgino, non sapere già da quale argomento partire, quindi iniziamo dall'opposizione! Dov'è? A parte qualche isolato intervento, ciò che osserviamo è una vicinanza alla maggioranza tale che talvolta non ci fa più comprendere e distinguere chi è maggioranza e chi opposizione, tanto da sperare che nella maggioranza (quella ufficiale) ci siano dei “finiani” che quanto prima diano un segno della loro presenza. Dunque, riassumendo, attualmente in consiglio comunale abbiamo una maggioranza, poi una pseudo opposizione, 2 o 3 oppositori reali e noi di Andria 5 Stelle purtroppo fuori dal circo.
Perché pensiamo che, se quelli di prima erano definiti padelle dagli attuali, questi iniziano a sembrare delle braci?
Per la situazione dei rifiuti in città? Sarebbe troppo facile e diventeremmo forse noiosi. Certo ci piacerebbe sapere perché il porta a porta dell'umido non parte ancora, o perché la nuova amministrazione non ha annullato l'aumento del 5% deciso dal Commissario Prefettizio (poteva farlo se veramente non lo condivideva)…. senza considerare i cassonetti funebri senza pedaliera o la mancanza di chiarezza sul futuro dell'appalto (gara con ATO o senza?). Ma non solo…
Anche l'incrocio nella scelta dei compensi più importanti (il Sindaco preferisce quello comunale a quello provinciale, al contrario del Presidente del Consiglio che preferisce a quello comunale quello regionale), sino a quello dei consiglieri (verrà reintrodotto lo stipendio per questi?).
Divertiamoci con Fabi e Concato gratuitamente in Piazza Catuma (costati diverse decine di migliaia di euro), ma poi solidarizziamo con il simpatico Assessore ai Servizi Sociali che stenta (per mancanza di fondi) ad aiutare anziani e portatori di handicap (e dissente apertamente con il suo omologo provinciale sull'inutilità dei tavoli di lavoro, neanche a dirlo, noi stiamo con l'assessore comunale).
Inauguriamo nuovi parcheggi nei pressi della stazione (roba della passata amministrazione, pardon padella) ma poi nelle vicinanze della stessa, cambiamo i sensi unici (forse per non farci arrivare al parcheggio?).
Ma forse più interessante è il romanzo a puntate del mercato settimanale che coinvolge anche la Villa comunale (a proposito recinzione si o no? E nelle altre aree verdi?). Subito l'accorpamento, quindi si ritorna intorno alla Villa e si chiudono (tombandole!) Via Achille Grandi e Via Bruno Buozzi (cittadini di serie B rispetto a quelli dello 167, che perlomeno avevano la possibilità di passare anche se a senso unico), mentre per la nuova area attrezzata (Via Vecchia Bisceglie? A ricordare lo spot elettorale dovrebbe essere lì) leggiamo e riportiamo testualmente da un articolo  “….che tale area venga preliminarmente urbanizzata, quindi resa pienamente fruibile, dotata di servizi, attrezzata, arredata e soprattutto “integrata” con la città, ritenendo che i mercati debbano svolgersi in aree urbane e non in periferie….”. Quindi bisognerà aspettare, a leggere con attenzione, che oltre tutti i lavori per espropriarla ed attrezzarla, diventi anche “non più periferia”, con tanti bei palazzi intorno (tra 20/30 anni, a meno che questo spostamento del mercato settimanale non sia la scusa per costruire rapidamente in Via Vecchia Bisceglie una nuova 167).
Di certo ci sconcertano anche gli 80mila euro in più prelevati dal fondo di riserva per lo spettacolo “Castel dei Mondi” (chissà il fegato dell'assessore ai servizi sociali!), ma non perché non vogliamo valorizzare i fasti culturali di Andria, ma perché ricordiamo ancora le urla di disappunto della ex opposizione sulla stessa manifestazione.
Resta poi un grande mistero l'asfalto nuovo fonoassorbente, sostituito con asfalto nuovo normale in via Duca di Genova, ma riteniamo che di questi misteri ne vedremo ancora tanti….
Abbiamo però una certezza e di questo ringraziamo l'amministrazione: con la maxi anticipazione di cassa (soldi presi a debito dalla banca), quasi 15 milioni di euro,stiamo tranquilli… festa e farina ci attendono in abbondanza… sperando però che dopo non arrivi la forca!

 
ANDRIA 5 STELLE

Il Consiglio d’Europa boccia la legge bavaglio: “Favorisce mafia e corruzione”

Terza bocciatura internazionazionale al ddl intercettazioni.
Dopo gli Usa e l’Ocse, oggi è il Greco a dire "in Italia i politici, per ragioni personali, approvano leggi che favoriscono corruzione e mafie"

Mentre in Italia, a stretto giro di ruota dalla condanna per fatti di mafia di Marcello Dell’Utri, le polemiche sulla legge bavaglio riprendono furiosamente quota, dall’estero arriva la terza bocciatura al disegno di legge sulle intercettazioni .
Dopo quella del Dipartimento di giustizia americano, e quella dell’Ocse, è il Greco (Gruppo di Stati contro la corruzione) a prendere posizione. “Questa legge potrà creare gravi difficoltà alla lotta alla criminalità organizzata”, dice in un’intervista esclusiva a ilfattoquotidiano.it, Drago Kos, ex dirigente della polizia slovena, detto lo zar della guerra alle tangenti, dal 2002 Presidente di questo importante organo interno al Consiglio d’Europa, che ha il compito di sorvegliare le politiche nella lotta alla corruzione e identificare le lacune nelle norme, indicando i provvedimenti da prendere.

Il Greco comprende 46 paesi membri (45 Stati europei e gli Stati Uniti d’America). L’Italia ha aderito il 30 giugno 2007. E’ la seconda volta che il Greco esprime preoccupazione per una legge approvata in questa legislatura. L’allarme era già scattato per la prima versione del Lodo Alfano. Quella voluta da Silvio Berlusconi e riguardante la sospensione dei processi per le più alte cariche dello Stato. Allora l’organizzazione internazionale aveva espresso il timore che la norma mettesse i bastoni tra le ruote alla lotta alla corruzione e violasse un principio elementare: quello di uguaglianza. Un timore fondato, tanto che il 7 ottobre 2009 la Corte Costituzionale lo ha bocciato.

Signor Kos, qual è la situazione europea della lotta alla corruzione?

La lotta alla corruzione in Europa va a due velocità: da un parte le nuove democrazie che necessitano di norme specifiche e di un controllo sulla realizzazione delle pratiche anti corruzione, dall’altra parte le vecchie democrazie che si trovano a un livello migliore, tranne Spagna, Italia e Grecia. Negli ultimi anni la situazione della corruzione in Europa si è aggravata invece di migliorare. Molti Stati combattevano la corruzione solo per soddisfare le richieste europee e non per produrre un cambiamento interno anche di tipo sociale, inoltre la crisi è un terreno ideale per l’aumento della corruzione perché aumenta il livello di pressione sull’economia

E l’Italia a che punto è nella lotta alla corruzione?

La situazione da voi è molto particolare, primo perché il livello di corruzione e criminalità è molto alto, secondo perché la classe politica non vuole riconoscere la gravità del problema e terzo perché sempre la classe politica invece di incrementare la lotta alla corruzione, per ragioni personali, approva norme che la ostacolano.

Come il Lodo Alfano che voi avevate bocciato nella vostra ultima relazione?

La Corte ha fatto bene a dichiararlo incostituzionale e questa è semplicemente la prova che il tra i poteri dello Stato il ramo giudiziario è sano

E ora a che cosa si riferisce?

L’Italia oggi deve affrontare un’altra minaccia: la legge che ostacola le intercettazioni e le limita a una durata di 75 giorni e punisce i giornalisti che pubblicano le intercettazioni. Non si può seriamente combattere la corruzione né il crimine organizzato se il provvedimento che autorizza le intercettazioni può durare solo 75 giorni. In secondo luogo, la minaccia ai media di una sanzione in caso di pubblicazione delle intercettazioni non può essere una soluzione. Io non sono d’accordo con la pubblicazione dei verbali. Questa, però, è una responsabilità dei magistrati che devono evitare fughe di notizie. E’ chiaro. Qualsiasi giornalista al mondo, se riuscisse ad averle, scriverebbe le intercettazioni che si pubblicano da voi.

Nel nostro paese corruzione e mafia sono spesso sinonimi…

Proprio per questo la nuova legge potrà creare gravi difficoltà nella lotta alle mafie. Ufficialmente non è applicabile alle indagini sulla criminalità organizzata, ma non si può mai sapere quando si iniziano delle indagini se queste porteranno a casi che riguardano i clan.

Quindi condivide la posizione del Consiglio Superiore della Magistratura e dell’Associazione Nazionale Magistrati?

Questo è quello che ci suggerisce la nostra esperienza: quando iniziano le investigazioni non si sa mai dove porteranno. Con il nuovo ddl si parte, invece, dal presupposto che potrai lavorare solo 75 giorni. E in 75 giorni spesso non è possibile nemmeno formulare una ipotesi d’imputazione. Mi spiace dirlo, ma saranno tempi duri per il sistema giudiziario italiano.

Ritiene che la legge sulle intercettazioni sia in contrasto con i principi del Greco? Ritiene che sia in contrasto con principi costituzionali?

La legge è certamente in contrasto con i principi di Greco. Non posso esprimere giudizi specifici sulla costituzionalità di una legge nel vostro ordinamento, ma si deve tenere conto di questo: ci sono principi fondamentali da bilanciare che sono diritti umani e quindi validi per tutti. Da un lato il diritto alla privacy, dall’altro lato il diritto fondamentale dei cittadini italiani a vivere in una realtà sicura e informati. Questi principi vanno bilanciati. Non si può proteggere un diritto fondamentale in modo tale da violare un altro diritto fondamentale a volte anche più importante, come la libertà di cronaca e di espressione. Sono certo che se la legge dovesse passare qualcuno in Italia solleverà questione di costituzionalità e i vostri giudici costituzionali avranno un compito molto duro da affrontare.