21 aprile 2012

Andria, bike sharing? Da rottamare

Sellini instabili, cavalletti spezzati, catene e manubri arrugginiti, cambi marce inesistenti, ruote sgonfie, catarinfrangenti invisibili, freni improbabili e postazioni non funzionanti. Non è l'inventario di qualche negozio di ricambi per bici ma la pietosa situazione del servizio di bike sharing di Andria. In poche parole: un disservizio da rottamare. Intendiamoci, il bike sharing in città è la soluzione a molti problemi. Ma va gestito come si deve.

Più di un anno fa, 14 gennaio 2011, l'attivazione del servizio con 70 biciclette. Oggi sembra quasi giunto al capolinea come dimostrano le 40 bici superstiti, quasi la metà, e la postazione della zona Santa Maria Vetere non più in funzione. Non bastava in città l'assenza di piste ciclabili, ora bisogna anche fare i conti con un servizio che non curato e pericoloso che rischia di creare gravi danni ai cittadini andriesi. Vedere per credere.

Queste foto sono state scattate nello stesso giorno, a pochi minuti di distanza tra loro, alle 11 postazioni attive in città:



La questione non è nuova ma provvedimenti in materia continuano ad essere assenti. Manutenzione latitante o vandalismo anti 2 ruote? Forse entrambi ma se nel primo caso molti rispondono «Che ci vuoi fare?» o «È sempre la stessa storia» per il secondo i rimedi ci sono: buon senso, competenza, coerenza e telecamere.

Perché distruggere barbaramente un bene pubblico è un po' come sputare nel gruzzolo guadagnato sgobbando dalla mattina alla sera per riuscire a pagare le tasse. Ammesso che ci si riesca. No, perché di questi tempi non si sa mai. Anche se, venire poi a sapere che chi dovrebbe garantire la manutenzione di un servizio di trasporto pubblico è chissà dove a caccia di mosche non è che faccia proprio piacere.

La parte più incredibile però riguarda il costo del servizio. Come per la raccolta dei rifiuti, i cittadini continuano a pagare somme sempre più alte ma il servizio non smette di peggiorare. Il Comune è passato da finanziare la manutenzione con 5mila euro al mese al lancio del servizio ai quasi 23mila per tutto il periodo da settembre 2011 allo scorso gennaio. Insomma, aumentano i fondi ma sparisce la manutenzione.

Un altro buco nell'acqua dell'amministrazione Giorgino? Giudicate voi. Intanto, se la bici del capo ha un buco nella gomma, questi non gliela riparano neanche con il chewingum.