21 maggio 2012

Intelligenza connettiva, il valore della rete

Lo so, quando si parla di rete può sembrare noioso analizzare gli aspetti psicologici. Molto meglio un elenco del tipo "Le 10 cose che ancora non sai del web" o qualche tutorial della serie "Come craccare un videogame". Ma il guaio, o il bello, della rete è la sua capacità di permeare la quotidianità degli utenti, di cambiarne radicalmente abitudini, visioni del mondo e capacità di pensiero.

Può sembrare assurdo ma scienziati di tutto il mondo si stanno interrogando sulla capacità della rete di modificare addirittura il funzionamento del cervello. Una delle teorie più accreditate ipotizza l'esistenza di una forma di intelligenza, che si sviluppa grazie all'utilizzo soprattutto in tenera età di internet, in cui la produzione di conoscenza e cultura è socializzata: l'intelligenza connettiva.

Secondo l'esperto di new media Derrick De Kerckhove:
«il soggetto identifica nuove possibilità e risolve problemi utilizzando il potere creativo e moltiplicativo delle reti umane, condividendo il pensiero, l'intenzione e i progetti espressi da altri».
Tutto nasce dalla possibilità di utilizzare internet per accedere a qualsiasi informazione localizzata in ogni punto del pianeta. Inoltre, l'intelligenza connettiva è esternalizzata, portata all'esterno e perciò condivisa, ed è la conseguenza della formazione del brainframe cibernetico.

Per De Kerckhove, un brainframe «è diverso da un atteggiamento o da una mentalità, pur essendo tutto questo e molto di più» e spiga si tratti del risultato della modificazione dei processi mentali con l'utilizzo di un medium. Nello specifico, la scrittura ha portato allo sviluppo del brainframe alfabetico, la tv al videoframe e la rete al cyberframe.

In passato l'esternazione della conoscenza attraverso i media ha incontrato posizioni contrastanti. Ad esempio, nel "Fedro", Platone descrive la scrittura così:
«non sarà il farmaco della memoria ma servirà soltanto a favorire l'oblio e la presunzione delle persone che la imparano, perché della sapienza tu procuri ai tuoi discepoli l'apparenza e non la verità; divenendo per mezzo tuo uditori di molte cose senza insegnamento, essi crederanno di essere conoscitori di molte cose mentre, come accade per lo più, in realtà non le sapranno».
Chissà cosa penserebbe oggi dell'intelligenza connettiva, di come un'informazione "scritta" e condivisa in rete può essere utile a milioni di persone, dalle tecniche di architettura alle enciclopedie mediche. Ad ogni modo, per capire la rete e sfruttarne con consapevolezza le potenzialità, è importante capire prima sé stessi.

Dopotutto, la rete è "solo" un medium e la chiave non è il computer ma la comunicazione che proprio con l'intelligenza connettiva ha molti punti in comune. Partendo quindi dal presupposto che non c'è bisogno dell'adsl per sentirsi collegati al resto del mondo si può apprezzare il vero valore della più piccola informazione postata o trovata in rete.