8 maggio 2012

Tagli e sprechi, il fallimento dei partiti. Anche ad Andria

I partiti, a livello nazionale, hanno fallito. Di fronte al baratro hanno chiamato i tecnici. I tecnici a loro volta hanno fallito. Di fronte alla prospettiva di essere inseguiti, insieme ai politici, da cittadini armati di forconi hanno chiamato i supertecnici. I supertecnici hanno mangiato la foglia, anche perché non gli resta più nessuno da chiamare.

Amato, Bondi ecc. sono rimasti con il cerino in mano. Devono tagliare, ma non sanno da dove iniziare. E allora perché non chiederlo on line alla casalinga di “Canicattì”?

Sul sito del governo è stato pubblicato un modulo per ricevere i contributi dei cittadini sui tagli alla spesa con il titolo "Esprimi la tua opinione". Quindi paghiamo politici, tecnici e supertecnici per contenere i costi dello Stato e questi hanno la faccia di bronzo di chiedere consiglio a noi, quando sanno benissimo dove tagliare, iniziando da loro stessi.

La pomposa “spending review” prevede un risparmio di 4,2 miliardi nel 2012 per evitare l'aumento dell'Iva di due punti a ottobre. Più che chiamarla "spending reviù", con il solito malcostume di usare parole inglesi per darsi importanza, dovrebbero chiamarla "presa per il c….".

Infatti per tagliare non ci vuole nulla. Si possono risparmiare sette miliardi annui livellando le pensioni a un massimo mensile di 3.000 euro, recuperare i 98 miliardi evasi dalle società di slot machines, un miliardo non erogando finanziamenti pubblici ai partiti, 400 milioni annui tagliando contributi diretti e indiretti ai giornali, 600 milioni annui con il rientro dei nostri soldati dall'Afghanistan, 10 miliardi non comprando i cacciabombardieri F35, qualche miliardo con la soppressione delle Province, un centinaio di milioni annui di risparmio dal Quirinale che costa quattro volte Buckingham Palace (ma che non si può toccare per legge costituzionale), 22 miliardi rinunciando all'inutile TAV in Val di Susa, 3/4 miliardi annui con il ritorno allo Stato delle concessioni autostradali il cui utile va a società private.

Tralasciamo macchine blu, doppi incarichi, eliminazione dei vitalizi parlamentari, riduzione del 60% degli stipendi di deputati, senatori e consiglieri regionali, le scorte, un tetto massimo di 200.000 euro per i dirigenti di aziende statali, eccetera.

Ed a livello locale? Stesso fallimento! Spreco in Provincia, con uffici presi in fitto per milioni di euro a Barletta e Trani quando nella sede di Andria non si pagava nulla. Contributi favolosi ad università private di dubbio vantaggio per il comprensorio.

Idem al Comune di Andria, a partire dallo stipendio del Sindaco (che aveva promesso di non percepirlo devolvendolo ai servizi sociali), ma si potrebbe metter mani alla riduzione degli stipendi di assessori e del numero dei dirigenti, alla riduzione drastica di spese per feste e festini (circa un milione di euro l’anno), alla riduzione di comunicatori, collaboratori, consulenti, alla vendita dei beni comunali inutilizzati, al massimo utilizzo dei fondi comunitari, nazionali e regionali per opere o interventi a favore della città (mentre fino ad ora sono stati ignorati nella maggior parte dei casi) ecc. ecc.

Infine, perchè a livello cittadino non si procede a fare una “consultazione sugli sprechi” simile a quella che il Governo sta facendo a livello nazionale? Questa amministrazione comunale non immagina neanche quanti utili suggerimenti e segnalazioni giungerebbero dagli andriesi, indicazioni però che metterebbero in “imbarazzo” la stessa amministrazione, causa di gran parte di tali sprechi.