17 giugno 2012

Montileaks

Il Consiglio dei Ministri ieri ha approvato il decreto sviluppo. Il presi-tecnico Monti ci ha lavorato per mesi. I ministri scalpitano. I partiti criticano. L'attesa è snervante. È la fase due. Poi i supplementari e se va male i rigori. A tremare però non sono solo i piani alti perché, tra i 12 capitoli del testo, il secondo promette una fuga di informazioni pericolosissime stile Wikileaks.

"Misure urgenti per la trasparenza nei rapporti economici fra pubbliche amministrazioni, imprese e cittadini", solo il titolo fa paura. Che poi, cosa ci sarà mai di così urgente per regolamentare ulteriormente la fin troppa trasparenza delle candide, pure e innocenti pubbliche amministrazioni italiane?
1. La concessione delle sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari alle imprese e
l'attribuzione dei corrispettivi e dei compensi a persone, professionisti ed imprese per forniture, servizi, incarichi e consulenze e comunque di vantaggi economici di qualunque genere [...] ad enti pubblici e privati, di importo complessivo superiore a mille Euro nel corso dell’anno solare, sono soggetti alla pubblicità  sulla rete internet ai sensi del presente articolo.
Ommioddio. E non finisce qui:
2. Nei casi di cui al comma 1 ed in deroga ad ogni  diversa disposizione di legge o regolamento, sono indicati in un’apposita sezione del sito internet dell’ente obbligato, con link ben visibile nella home page, i seguenti dati, accessibili ai motori di ricerca ed in formato tabellare che ne consente l’esportazione: a) il nome dell’impresa o altro soggetto beneficiario ed i suoi dati fiscali; b) l’importo; c) la norma o il titolo a base dell’attribuzione; d) l’ufficio e il funzionario o dirigente responsabile del relativo procedimento amministrativo; e) la modalità seguita per  l’individuazione del beneficiario; f) il link al progetto selezionato, al curriculum del soggetto incaricato, nonché al contratto e capitolato della prestazione, fornitura o servizio. 
Non mi sembra vero. Ho capito bene? Oltre i 1.000 euro non c'è storia, le pubbliche amministrazioni devono pubblicare tutto online. Così finalmente avrebbe senso quel "pubbliche" prima di "amministrazioni".

Ora, immaginate i comuni e quelle sale tristi, chiuse, polverose. Tutto nascosto, segreto. «Senta vorrei consultare le determine dell'amministrazione comunale», «Ma come si permette?». Normale amministrazione, appunto. E adesso, tutti quei pagamenti, pacche (di euro) sulle spalle, calci al sederino, spinte di vario genere vedranno finalmente la luce. Alleluia.

Niente più aree riservate o meglio blindate, niente più consiglieri comunali super competenti che adesso non pubblicano le carte per paura di commettere un reato, niente «ma tu chi sei?» all'ingresso del palazzo ma solo tanta trasparenza. Però, dai, un pensiero è d'obbligo alle vittime di questa strage.

Come faranno adesso i nostri amatissimi politici locali costretti a dover cambiare quella sana e lunga abitudine di nascondere la polvere sotto il tappeto ora che pure il persiano deve essere pubblicato online? Una prece. Pensate poi quanta roba da dare in pasto alla stampa che potrebbe lavorarci per secoli su quelle carte. Ah, già, la "stampa".

Quella dei documenti in rete, anche nella città più disastrata con una "stampa" locale con le pezze non solo al deretano, avrebbe dovuto essere una battaglia proprio della categoria. E ho detto tutto. Invece ci ha pensato Mario Assange, un banchiere eletto da nessuno mentre la "stampa" locale, come ha sempre fatto su certe questioni, tace, muta, silente. In una parola: asservita.

Il cane da guardia del potere da queste parti non è un pitbull ma un chihuahua grazioso e scodinzolante e stai sicuro che non morde. Meno male che c'è la rete e i blog come questo, senza tesserino e iscrizione all'Ordine fascista dei giornalisti che di tutte quelle carte che finiranno online, finalmente, sapranno cosa fare.

Ascolta questo articolo