18 luglio 2012

Referendum "anti casta". I nostri dubbi

Cosa pensereste se, dopo aver letto referendum contro la casta - firmo per tagliare gli stipendi d'oro dei parlamentari, verreste a sapere che si tratta solo dell'abrogazione della diaria per per le spese di soggiorno a Roma? E soprattutto che per effetto dell'art.31 legge 352/1970 "Non può essere depositata richiesta di referendum nell’anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l’elezione di una delle Camere medesime"?

Unione Popolare, il partito promotore di questo referendum, sta raccogliendo le adesioni con l'aiuto del tam-tam sulla rete. La raccolta firme è cominciata il 12 maggio e continua in tutta Italia, depositando la propria nel comune di residenza. Ma abbiamo molti dubbi.

Il primo è: sarà una manovra subdola per guadagnare consenso elettorale? Si perché può sembrare che le firme aiuteranno a tagliare i mega stipendi di chi ci governa, ma non è affatto così perché si tratta solo dell'abrogazione dell'art.2 della legge 31 ottobre 1965 n.1261 che recita:
Ai membri del Parlamento è corrisposta inoltre una diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma. [...]
Inoltre, pensare che per votare questo referendum dobbiamo aspettare il 2014 come minimo (e sempre se viene ammesso), da' l'idea che tutto questo non porterà a nulla. Nel frattempo però ci saranno le elezioni, e i cittadini, memori dell'iniziativa guarderanno di buon occhio Unione Popolare. Una trovata propagandistica.

Certo, di questi tempi il desiderio di veder tagliati i costi della politica sciupona è un pensiero ricorrente, per questo abbiamo da poco depositato Zero Privilegi Puglia in Consiglio Regionale. Al contrario del referendum "anti-casta" è stata organizzata già da novembre scorso e propone dei punti più importanti, come l'abolizione dell'assegno di fine mandato e del vitalizio. È stata dichiarata sia ammissibile che proponibile dal consiglio stesso e verrà discussa e votata a dicembre prossimo.

Il secondo dubbio è la provenienza dei componenti di Unione Popolare. La coordinatrice ad esempio, Maria Di Prato, è ex Dc e Udc che in seguito 
insieme ad altri colleghi e parlamentari, fuoriesce dall'Udc, per creare Unione Popolare.
Vecchi politici che si riciclano? Può darsi, Berlusconi Docet.

L'ultimo dubbio è, cosa faranno dei rimborsi referendari se riusciranno a portare alle urne il referendum?

Ci aspettiamo delle risposte che devono a tutti quelli che oggi dicono che firmare questa proposta serve a tagliare gli stipendi d'oro dei nostri parlamentari. Nulla di più sbagliato perché oltre al referendum c'è da vedere se applicheranno la legge. 
Abbiamo già assistito ad un referendum nel '93 dove venivano aboliti i finanziamenti ai partiti, che poi hanno reintrodotto col meccanismo dei rimborsi