27 marzo 2013

Trasparenza sui marò

Questo è l'intervento del nostro cittadino portavoce alla Camera dei Deputati, Alessandro Di Battista, a proposito della questione dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. La seduta è quella del 26 Marzo 2013.
Signor Presidente, signori Ministri, signori Deputati Noi del Movimento 5 Stelle siamo stati “catapultati” in questa aula Parlamentare per specifica, libera e unica volontà del popolo italiano. Siamo qui per portare degnamente la voce dei cittadini che ci hanno affidato, direttamente e democraticamente, questo incarico.
Noi siamo nuovi! Siamo nuovi e per questo poco esperti delle vostre abitudini, delle dichiarazioni cavillose e dei doppi e tripli giochi. Siamo deputati ma continuiamo ad essere cittadini e pretendiamo di essere informati in modo chiaro e trasparente. Vi abbiamo ascoltato con attenzione, signori Ministri, senza preconcetti né pregiudizi anche perché Voi siete tecnici, non politici, dovreste essere professionisti della tecniche che vi distinguono nelle vostre competenze. Abbiamo ascoltato le vostre spiegazioni e le vostre argomentazioni su questa assurda vicenda, non siamo soddisfatti. Siamo nuovi e poco esperti e per questo vogliamo capire e capire bene, in modo semplice ed esauriente. Questa dei nostri fanti di marina è una vicenda oscura, nebulosa, confusa e certamente infelice. E' una vicenda definita da tutti gli osservatori internazionali una “pagliacciata”, criticata da tutti, dalla pubblica opinione, dagli organismi rappresentativi delle Forze Armate e, da ultimo, dai vertici delle stesse. In questa vicenda ci sono dentro i nostri marò con i loro destini, armatori privati con i loro interessi privati, rappresentanti diplomatici, Sottosegretari e Ministri della Repubblica. C'è dentro un Paese come l'India, membro dei Brics*, a cui ci siamo rapportati prima con supponenza e arroganza e poi, dopo il divieto imposto all'Ambasciatore Mancini di lasciare il Paese, evento senza precedenti nella storia, con arrendevole sottomissione. C'e' dentro la NATO con i suoi programmi. C'è dentro la dignità di due pescatori morti e delle loro famiglie, vittime dimenticate di questa assurda storia. C'è dentro soprattutto l'onore del popolo italiano. Pertanto, Signor Presidente, ribadiamo che siamo assolutamente insoddisfatti delle giustificazioni fornite per questa tragica vicenda e chiediamo ai Ministri Presenti che riferiscano in dettaglio e con chiarezza quanto accaduto dal 15 febbraio 2012 ad oggi. Vogliamo sapere se alle ore 17.00 circa la nave “Enrica Lexie” era o non era in acque internazionali. Ad oggi, a quanto ne sappiamo, le uniche certezze sono i dati recuperati dal GPS della petroliera italiana, le rilevazioni del Maritime Rescue Center di Mumbai e l'esame balistico effettuato dai periti indiani che confermerebbero un posizionamento della nave di 20,5 miglia a largo dell'India, ovvero nella zona definita “contigua” e quindi di pertinenza dello stato costiero. Vogliamo sapere se a bordo della stessa nave vi erano solo i due fucilieri della marina, Latorre e Girone o se invece la scorta era composta anche da altri uomini. In tale eventualità vogliamo sapere chi era il comandante responsabile di questo reparto e cosa abbia fatto per tutelare i suoi sottoposti. Vogliamo vedere i documenti che regolamentano l'utilizzo di professionisti militari italiani su navi private. Vogliamo sapere dettagliatamente le “disposizioni d'ingaggio” consegnate ai militari a bordo. Vogliamo sapere, Signori Ministri, quale sia stata l'autorità nazionale che, consultandosi con gli armatori della Lexie ha consentito l'inversione di rotta della nave come intimato dalle autorità indiane, inversione effettuata dopo circa due ore dall'incidente. Inoltre vogliamo conoscere il nome, il cognome e il grado dell'autorità militare che ha ordinato ai nostri due marò di scendere a terra e consegnarsi, di fatto, alle autorità indiane dello Stato del Keralam violando le norme a tutela dei diritti umani secondo cui nessun individuo deve essere consegnato ad un Paese dove rischia di essere sottoposto a pena di morte. Ed ancora Signor Presidente e Signori Ministri, vogliamo sapere se ci sono state dazioni di denaro a favore della autorità indiane o dei loro singoli rappresentanti, l'esatto ammontare di tali eventuali dazioni, le precise motivazioni e se, per puro caso, ci sono stati riferimenti diretto o indiretti con la vicenda FINMECCANICA”. Pretendiamo inoltre che il documento scritto dal Ministero degli Esteri Indiano che attesta che non ci sarà la pena di morte per i nostri soldati e che ha visionato il Sottosegretario De Mistura sia reso pubblico immediatamente chiarendo ogni dubbio sulla sua reale esistenza. Per concludere vogliamo sapere chi ha avuto l'originale intuito di ideare e proporre ed articolare questo tipo di soluzione maldestra, ambigua, furbastra e caratterizzata da doppi, tripli e quadrupli giri di valzer. Chi ha avallato tutto ciò? Chi ha avallato tra le nostre autorità diplomatiche, militari e politiche questa meravigliosa strategia che tra parole date e ritirate, promesse fatte e non mantenute, impegni scritti e rinnegati ha sacrificato la libertà e, Dio non voglia, la vita stessa di due soldati obbedienti agli ordini ricevuti? Comportamenti del genere enfatizzano purtroppo le convinzioni di chi all'estero ci riconosce soltanto come mafia, intrallazzi e irresponsabilità, come anziani corteggiatori di nipoti di capi di stato esteri, come aguzzini diretti o indiretti di Dittatori in fuga che pensavano di potersi fidare dei loro baciamano amici italiani. Comportamenti del genere mettono in pericolo la vita di tanti altri nostri connazionali in India oggi accusati ingiustamente e indiscriminatamente di essere inaffidabili. Approfittiamo inoltre di questo intervento per ricordare al Governo che gli oltre 2900 nostri connazionali detenuti all'estero meritano la stessa attenzione istituzionale e anche mediatica riservata ai maro'. Chi ha avallato ha fatto perdere la faccia all'Ambasciatore Mancini e ha gettato discredito sul nome dell'Italia nel mondo. Chi ha avallato, Signori Ministri, è responsabile e chi è responsabile deve andare a casa! Se voi, Signori Ministri, siete i tecnici sapranno fare di meglio i cittadini nelle Istituzioni.