25 giugno 2013

I nostri interessi


La politica è soprattutto una questione di credibilità, data anche dal sostegno deciso ad una serie di provvedimenti che possono determinare un miglioramento nella comunità che si amministra. Purtroppo, la Giunta e la maggioranza comunale andriese dimostrano ancora una volta di non saper gestire il denaro pubblico, ovvero la base per essere credibili come amministratori.

La premessa è data da ciò che abbiamo rilevato la scorsa settimana: un mutuo richiesto dal Comune di Andria alla Cassa Depositi e Prestiti per una cifra di circa 24 milioni di euro, di cui solo 15 riconosciuti come esigibili. Una scelta solitaria, visto che nessuna delle amministrazioni limitrofe, come Trani e Barletta, compreso l'ente provinciale, ha avuto necessità di adottare questo atto scriteriato. Non è la prima volta che il Comune chiede un “anticipo” per pagare le sue spese: già due anni fa la strategia era stata simile.

Purtroppo, le giustificazioni non sono cambiate: i debiti della scorsa amministrazione, le spese da pagare, la crisi. Se l'amministrazione dell'avvocato Giorgino non avesse già così tanti problemi con il bando dei rifiuti, diremmo che qui si cerca di riciclare le scuse. Peraltro, questi soldi che già minacciano di gravare sulle generazioni future per gli interessi da pagare (fino al 2042), rischiano di complicare la situazione delle casse del Comune nel momento in cui, inevitabilmente, dovremo affrontare la questione TARES.

Per farsi un'idea più chiara, basta leggere la delibera di giunta n. 122/2013, avente come oggetto l'ennesimo caso di fatture non pagate ai fornitori di beni e servizi. In questo caso si tratta della ditta che si è occupata di riqualificare e recuperare la Villa Comunale di Andria. Esatto, proprio lì dove abbiamo festeggiato il 2 Giugno, fra nastri, banda e divertenti siparietti, vi era già un decreto ingiuntivo dove il comune di Andria era già stato condannato in primo grado al pagamento di lavori fatturati nel 2012 per circa 400mila euro, oltre al risarcimento degli interessi. Invece del solito spot elettorale, con quei soldi non si poteva iniziare a pagare la ditta? No, anzi, la Giunta ha dato mandato all'avvocatura comunale di opporsi al decreto ingiuntivo del Tribunale di Trani per sbloccare i pagamenti, quindi molto probabilmente gli andriesi dovranno sborsare altri soldi per ulteriori spese. Questo è un tremendo segnale ai fornitori che ormai, con ragione, non si fideranno più della capacità del Comune di Andria di onorare i debiti accumulati.

Nel giorno della festa della Repubblica, il nostro sindaco per 3 minuti si è sfilato la fascia di primo cittadino, onorando Lino Banfi della cittadinanza della nostra città con 180 secondi come amministratore pubblico. Una battuta, risate. O forse il ritratto migliore di un'amministrazione molto abile in feste e taglio di nastri che non a gestire con oculatezza la cosa pubblica.