2 giugno 2013

La festa che non ricordiamo


Oggi, 2 Giugno, è la Festa della Repubblica, a ricordo della sua nascita. Il 2 e 3 giugno 1946 si tenne, infatti, il referendum istituzionale indetto a suffragio universale con il quale gli italiani venivano chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo. Dopo 85 anni di regno, l'Italia diventava Repubblica e i monarchi di casa Savoia venivano esiliati.

Cosa ci ricorda questa festa
Che l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo. Che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale. Che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. E infine che la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Lavoro, diritti, dignità.
Il presidente Napolitano, per questioni di sobrietà e vista la situazione di difficoltà, ha preferito annullare il tradizionale ricevimento del 2 Giugno al Quirinale.
Nella nostra città, invece, il nostro sindaco ha organizzato grandi eventi per l'occasione, invitando illustri personaggi, come Lino Banfi, a cui conferirà la cittadinanza onoraria.
Nella stessa giornata sarà inaugurata la tanto attesa (e costosa) Villa Comunale.

Tutte belle cose, tutto scintillante: eppure in una situazione di profonda crisi socio-economica, dove il lavoro non è più l'elemento base del nostro Paese, con un tasso di disoccupazione in continuo aumento, la povertà mai così allarmante, cosa c'è da festeggiare?
La Repubblica ha dimenticato i suoi principi fondamentali e lo Stato, o colui che lo rappresenta, dovrebbe invece farsi carico di questo, cercando di occuparsi di quei cittadini a cui è stata limitata la libertà, garantendo loro una vita migliore rimuovendo gli ostacoli di ordine economico e sociale.

Cosa c'è da festeggiare se l'unica cosa che vediamo è l'assenza delle istituzioni e una sempre maggiore distanza fra cittadini di serie A e cittadini di serie B?

Il 2 Giugno dovrebbe essere l'occasione invece di dare un segnale forte a coloro che si sentono abbandonati dalla società, che vivono nella vergogna e nella disperazione.
Sono sempre di più gli andriesi che ogni giorno si rivolgono alla Casa Accoglienza "Santa Maria Goretti", in cerca di un pasto caldo, di qualche vestito, del semplice conforto della comprensione. L'amministrazione, però, è lontana, è altrove.

Ma in fondo l'obiettivo è raggiunto, Andria cambia, in peggio però!

Movimento 5 Stelle Andria