18 ottobre 2013

Perché non possiamo allearci con questo PD #3


Mai rovinare un matrimonio felice. Per anni sono stati amanti, tra sotterfugi, ammiccamenti, sempre più costretti ad evadere telecamere, a dribblare cronisti, a sfuggire ai paparazzi. Vincere l'amore, però, è impossibile. "L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio", direbbe un famoso evasore fiscale. Come ogni storia romantica, non poteva mancare il lieto fine. Così, a coronamento di una vita di affetto, ecco il governo delle larghe intese.


E dire che le hanno provate tutte per sfuggire alle frecce di Cupido. Prima la parola d'ordine è stata "scouting", alla ricerca di una nuova fiamma, di un nuovo amante. Ma cosa dire all'eterno fidanzato, come si poteva dirgli che era finita?

Mentre il cuore diceva di battere vecchie strade, la testa voleva nuove avventure. Ai frigidi grillini si diceva "scongelatevi", cercando di convincerli a concedersi. Ma niente, in fondo non si può negare il vero amore, il compagno di una vita, né si può pretendere di rimandare il sogno di un legame vissuto alla luce del sole. 

Ma cosa dire agli elettori che chiedevano un'alleanza con la parte meno invisa al proprio bagaglio culturale? Si doveva almeno cercare una soluzione, un tentativo, per quanto blando, di accontentare la testa invece che il cuore.

Così, il colpo di genio. "Consentiteci un governo di cambiamento", diceva Bersani. Ovvero, regalateci venti senatori e resteremo virtuosi.   

Il Movimento 5 Stelle, però, è per l'amore eterno, anche quello vissuto pericolosamente.
Il Partito Democratico è tornato fra le braccia dell'amato. Vissero felici e contenti. Alla faccia degli italiani.