5 gennaio 2014

Fiero di esserci

Un nostro amico, un giovane concittadino, ci ha regalato la sintesi migliore dell'agorà di venerdì scorso. Ve la riproponiamo. Merita una riflessione.

Ieri sera sono stato fiero di essere Andriese, Italiano, Europeo, Umano. Ne sono stato fiero perché, nella mia concezione di mondo, c'è esattamente quello che c'è stato ieri. 
Una signora ci ha parlato delle sue perplessità sui prelievi bancari; un signore ci ha chiesto cosa fossero il MES, il Fiscal Compact, il pareggio di bilancio; un signore ci ha parlato della sua azienda agricola e delle sue difficoltà; un ragazzo ci mostrava le sue perplessità sulla copertura finanziaria al reddito minimo di cittadinanza; un ragazzo disabile ci raccontava che, pur avendo 2 lauree e 3 master, non riusciva a lavorare perché non accettavano un "disabile come lui" a lavoro; un anziano ha chiesto come stessero lavorando i Parlamentari in affari costituzionali; c'è chi ha chiesto come se la passano i nostri fratelli Tarantini; un altro ragazzo ha chiesto dove fossero i Marò; altri ancora insistevano sull'Euro e sull'Europa; e così via per più di due ore.

Uomini che si prendevano cura di uomini, che parlavano ad altri uomini per informarli, per aiutarli, per offrire loro una mano e dire "non sei solo, siamo una comunità, ne usciremo insieme". Uomini che hanno disprezzato la classica "lamentela dalla poltrona" dell'Italiano medio e sono scesi in Piazza, per interessarsi del proprio futuro. Ci sono stati anche quelli che erano i delusi, gli amareggiati, gli scettici. Anche esponenti di altri partiti. Loro sono fondamentali per la Piazza. Sono quelli che ci stimolano a fare meglio, a dare di più, a non accontentarsi. 

Ci siamo sentiti pieni nella pancia e nella mente. Potevamo abbracciarci l'uno con l'altro e sentirci una famiglia. All'improvviso, ci hanno inorridito le cartacce per terra e abbiamo sentito più "nostra" questa città. Ci siamo sentiti Cittadini attivi, che partecipano, che criticano i loro dipendenti quando sbagliano e che li incoraggiano quando fanno bene. Li abbiamo abbracciati, ringraziati, stretto loro la mano con grande stima.

Non abbiamo visto Politici in giacca e cravatta, su un palco, rispondere a domande prestabilite e perdersi in lunghi e noiosi monologhi senza fine. Abbiamo visto Cittadini che rispondevano ai problemi reali dei Cittadini. Abbiamo sentito un senso di appartenenza quasi da commozione. Avrei tanto voluto che chi non crede nel progetto del MoVimento 5 Stelle, fosse lì, in mezzo a noi, a criticarlo. Ci avremmo guadagnato tutti, perché avremmo potuto capire cosa c'è di sbagliato in quello che facciamo. Avremmo potuto migliorare, crescere. E invece abbiamo perso un'occasione. Tutti. E per questo me ne rammarico.
Può sembrare un sogno ma è accaduto nella nostra città: eravamo centinaia di cittadini, al centro della Polis, a parlare della Cosa Pubblica. 

Grazie a tutti gli Andriesi (e a tutti coloro venuti da zone limitrofe) per avermi dato la possibilità di crescere, di ascoltare, di informarmi su cose che prima non conoscevo. Un grazie immenso a Giuseppe D'Ambrosio e Alessandro Di Battista per averci regalato questa grande possibilità. A questa comunità non avrei potuto chiedere di meglio. 

Uno vale uno, chi non partecipa vale zero.

Luca Ribatti