29 gennaio 2014

Giunta vecchia, storia vecchia

Ci si aspettava una posizione di responsabilità del sindaco sui numerosi problemi d’attualità, è arrivata solo una posizione di censura ad una vignetta apparsa sulla Gazzetta del Mezzogiorno. Così lento a prendere provvedimenti nell'interesse della città, così rapido a ruggire contro una rappresentazione sarcastica, ma piuttosto fedele della verità. Questo è il sindaco di Andria.

Già un mese fa avevamo detto con chiarezza che l’unica mossa dignitosa che restava nelle disponibilità del sindaco erano le immediate dimissioni dalla carica di primo cittadino. L’abbiamo affermato per segnare un punto di non ritorno nel mandato politico: con questo sindaco, con questa giunta, in assenza di una presa di posizione politica sulla questione Sangalli, non si poteva proseguire, senza contare il precedente giudiziario ancora non chiarito con la ditta Aimeri, il penultimo gestore del servizio di igiene urbana.

Nonostante questa ambigua successione di eventi, il sindaco continuava a frequentare convegni in cui si dibatteva di etica e politica. Mentre le inchieste andavano avanti e lo scandalo montava nella nostra città, il sindaco dichiarava di non poter accettare da nessuno lezioni di stile e moralità.

Poi è arrivato chi ci ha dato ragione. Il dimissionario presidente del consiglio comunale, Nino Marmo, ha rinunciato alla sua carica, dietro la motivazione che tale atto fosse teso a favorire un “ampio rinnovamento della giunta comunale, nell'interesse dell’istituzione cittadina, consapevole che tutto non possa restare immutato”. Nel suo comunicato, Marmo chiedeva la nomina immediata di “un Legale Difensore a tutela della dignità della Istituzione” affinché valutasse eventuali iniziative. Che fine hanno fatto entrambe le richieste? Semplice: entrambi i rilievi sono stati completamente ignorati.

L’unica risposta del sindaco è stata la “pausa di riflessione” di più di due settimane (peraltro regolarmente retribuite) in cui il primo cittadino si è dedicato ad una revisione approfondita del lavoro dei suoi assessori, un “tagliando” peraltro irrituale, visto che se c’era da vigilare si doveva farlo prima. Nonostante i malpancisti in maggioranza e in giunta, il sindaco è riuscito, da buon democristiano, in questo simpatico balletto di finte dimissioni. Poteva essere il momento giusto per ripartire e invece abbiamo dovuto sopportare anche le posizioni di chi, un attimo dopo la conferma della giunta, esprimeva pieno appoggio al sindaco, ma non al suo operato. Puro avanspettacolo.

Niente è cambiato. Cosa ci ha portato finora il 2014? Sul fitto casa, il Comune non ha messo risorse proprie, ma ha utilizzato esclusivamente la dotazione proveniente dalla Regione Puglia. Sui lavori della nuova area mercatale, l’amministrazione comunale ha dato pomposamente il via ad 1/24esimo dell’opera totale. Giunta vecchia, storia vecchia.

Vige la regola del silenzio sull'assessorato all'ambiente, forse per paura che qualche nuovo ciclone giunga a scompaginare definitivamente i fragili equilibri su cui poggia il nuovo corso del sindaco. Silenzio anche sulla richiesta di una seduta del Consiglio comunale monotematica, interamente dedicata alla questione del servizio di raccolta rifiuti e agli intenti della maggioranza sulla questione politica che ha coinvolto l’ex assessore all'ambiente. E che dire della disastrosa questione forconi e dell’incredibile auto-attribuzione dei meriti sugli arresti? Stavolta il silenzio è necessario.

Silenzio, appunto, un silenzio nervoso che si interrompe solo per poche piccate risposte a chi “osa” porre un punto politico. Sarebbe opportuno che in futuro la regola del silenzio viga su un’unica questione: l’intero mandato dell’amministrazione Giorgino.

All'oblio, con stile e moralità.