15 gennaio 2014

Precisazioni sulla TARES

Come evidenziato dalle cronache locali, i cittadini di tutta Italia stanno subendo un madornale disservizio in materia TARES. Infatti a pochi giorni dalla scadenza, già più volte prorogata, non sanno nemmeno se il modello F24, che hanno ricevuto a casa e che riporta l'ammontare dell'imposta per l'anno 2013, sia o meno corretto.


Al momento lamentele e proteste ricadono sui Comuni, cui il Governo ha rimpallato l'onere tutt'altro che semplice di provvedere al calcolo della tassa, inviare le bollette ai cittadini e riscuoterne gli importi. In realtà le municipalità hanno responsabilità limitate nella vicenda mentre l'artefice principale del "caos Tares" è proprio il governo che ha cambiato mille volte idea sulla gestione dell'imposta per sordide ragioni di gettito, incurante dell'incertezza in cui ha trascinato amministrazioni e cittadini. 

La Tares è una imposta stabilita con il decreto legge del 6 dicembre 2011, n.201 la cui entrata in vigore era prevista per l'anno 2013. È suddivisa in due voci distinte: la tassa rifiuti vera e propria di competenza degli enti locali ed il tributo per i servizi indivisibili che affluisce alle casse erariali. Il decreto «Imu-2» (Dl 102/2013, articolo 5, comma 4-quater) consentiva ai Comuni la possibilità di applicare anche per il 2013 la Tarsu e la Tia utilizzate nel 2012. Facoltà che molti comuni avevano colto con favore, sia per non vessare ulteriormente i cittadini già tartassati oltre misura, sia perché la proroga avrebbe risparmiato tante tribolazioni in questo momento di ingorgo fiscale. Il Governo, però, con due successive risoluzioni ministeriali, di cui, l'ultima, datata dicembre 2013 (sic!) ha preteso comunque il pagamento della maggiorazione di competenza statale (0,30 euro a mq) costringendo, quindi i Comuni alla predisposizione e l'invio ai contribuenti del modello di pagamento, F24 o bollettino postale. 

La rigidità delle indicazioni governative e il carattere assolutamente intempestivo e tardivo delle direttive fornite ha costretto i comuni a una corsa contro il tempo per approvare i regolamenti del tributo e predisporre i bollettini di pagamento il cui invio, non dimentichiamolo, ha un costo non indifferente. 

Ma il costo più alto lo pagano ancora una volta i cittadini. Infatti lo Statuto del Contribuente (art.3) stabilisce che le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al sessantesimo giorno dalla data della loro entrata in vigore o dell'adozione dei provvedimenti di attuazione in esse espressamente previsti. Quindi molti potrebbero decidere di non pagare semplicemente perché stanno ricevendo il bollettino con i calcoli della Tares praticamente a ridosso della scadenza stabilita il prossimo 24 gennaio.

Una curiosità: in inglese the tares sono le erbe cattive, la zizzania. Nomen omen.

Carla Ruocco, cittadina Deputata M5S