24 febbraio 2014

Ho visto cose che voi tifosi non potete nemmeno immaginare



Prima di domenica pomeriggio non mi ero mai perso volontariamente una partita importante della Juventus. Stavolta è successo e non me ne sono pentito affatto. Se qualcuno mi avesse detto, un po' di tempo fa, che a 20 anni avrei preferito seguire un incontro politico piuttosto che una partita di calcio, probabilmente, nella migliore delle ipotesi, avrei riso e lo avrei preso per pazzo.

Il calcio regala emozioni, sarei uno stupido se non lo ammettessi. Ma domenica sera ho vissuto delle emozioni più forti di quelle che una partita di calcio mi abbia mai fatto vivere. Ho visto cittadini che ascoltavano i loro parlamentari, ponevano domande su quello che hanno fatto e su quello che non hanno fatto, proprio come un datore di lavoro farebbe con i suoi dipendenti. Domenica sera, mentre allo Juventus Stadium Vidal rischiava di essere espulso, ad Andria ho visto un signore di quasi 80 anni che con gli occhi lucidi e la gioia di un ragazzino ci spronava a non mollare e ci raccontava delle "battaglie" ideologiche che ha combattuto nella sua vita e mentre probabilmente l'arbitro non concedeva ingiustamente un rigore al Torino, una maestra ci raccontava delle difficoltà in cui versa al giorno d'oggi la scuola pubblica, sempre più martoriata dai tagli e sempre meno supportate dalle istituzioni. 

Quando il derby di Torino era appena finito ed i soliti polemici accorrevano su Facebook ad esporre il proprio disappunto verso l'arbitro, il vicepresidente della Camera dei Deputati ci parlava di quello che succede dentro i palazzi del potere e ci dava consigli per diventare cittadini attivi e consapevoli, perché solo i cittadini attivi e consapevoli possono cambiare questo Paese.

Finita l'agorà, mentre ero nel letto, ho ripensato alla giornata trascorsa e mi sono posto una domanda: davvero vale la pena immischiarsi in tutto questo? Davvero voglio spendere la mia vita in questo modo? 

Sì, penso di sì, perché non mi piacciono le urla di certi miei coetanei, pronti a lamentarsi soltanto durante le manifestazioni studentesche per poi riappendere al chiodo la loro voglia di fare, pronti ad urlare soltanto per le manifestazioni sportive o pochi altri eventi. No, io voglio fare di più. Voglio riprendere con le mie mani il futuro che ci stanno rubando e riscattare il presente che stanno rubando ai nostri genitori. Voglio vivere in un Paese dove la più grande ambizione non sia quella di emigrare per cercare un lavoro dignitoso. "Lo Stato è un ente politico: persegue fini generali, ovvero muta in base alle circostanze i suoi obiettivi. E questo è destabilizzante perché rivela che non si giungerà mai in maniera definitiva alla perfezione, ma è affascinante perché vuol dire che il cammino da percorrere è illimitato". È per questo che non ci si può arenare. E io ci credo nell'Italia, voglio crederci ancora

Domenica sera ho visto cose che voi tifosi non potete nemmeno immaginare.


Saverio Colasuonno