12 marzo 2014

#CoeRenzie: lo strano caso di Francesca Barracciu

“Non è intenzione di questo governo chiedere dimissioni di ministri o sottosegretari solo sulla base di un avviso di garanzia”. Lo ha detto Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme e dei rapporti col Parlamento, rispondendo in Aula a un’interrogazione del M5S sulla nomina di Francesca Barracciu a sottosegretario alla Cultura che, come ha precisato la stessa Boschi, “ad oggi è iscritta nell'elenco degli indagati”.

“L’avviso di garanzia è un atto dovuto a tutela degli indagati per esercitare i diritti di difesa, non è un’anticipazione di condanna”, ha detto il ministro Boschi che ricorda come il procedimento che riguarda la Barracciu è alle fasi iniziali. “All’esito del procedimento il governo valuterà se chiedere le dimissioni del sottosegretario. Il sottosegretario Barracciu potrà dare un contributo al governo di questo Paese e l’esecutivo non ha intenzione di chiedere dimissioni di ministri o sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia, perché ciò rispetta il principio fondamentale della presunzione di innocenza”.



Capito? Un indagato non va bene come candidato presidente di regione, ma va benissimo come sottosegretario alla Cultura. Del resto, cosa vogliamo insegnare ai cittadini italiani? Vogliamo forse dire che chi è indagato deve tenere lontano dalle istituzioni i propri affari personali, nell'attesa di fugare ogni dubbio di reato? Vogliamo forse dire che la politica dovrebbe essere al di sopra di ombra, di ogni sospetto?