14 marzo 2014

Fondo di Garanzia PMI, istruzioni per l'uso

Il fondo centrale di garanzia per le Pmi è operativo dal 2000 e favorisce l’accesso alle fonti finanziarie delle piccole e medie imprese attraverso la concessione di una garanzia pubblica che si affianca e spesso si sostituisce alle garanzie reali portate dalle aziende. Il meccanismo di funzionamento del Fondo si basa sull’effetto leva, che moltiplica le risorse pubbliche: con 1 euro di dotazione aggiuntiva del Fondo, al sistema delle imprese arrivano circa 20 euro di finanziamenti. E' per questo che abbiamo scelto di versare le eccedenze di stipendio dei nostri parlamentari presso questo strumento, che agisce a beneficio dell'economia reale. Il fondo è gestito da un Comitato di Gestione e da un Gestore.

Il M5S non ha né potrebbe avere alcuna influenza su questo organismo.

I requisiti per accedere alla garanzia sono stringenti, chiari e trasparenti e le associazioni imprenditoriali rappresentate in seno al Comitato non hanno legami diretti o indiretti con il MoVimento 5 Stelle. Chi dice il contrario afferma falsità.

Istituito con la legge 662/96 (art. 2, c. 110, lettera a), la cui finalità è quella di favorire l’accesso alle fonti finanziarie delle piccole e medie imprese, mediante la concessione di una garanzia pubblica che si affianca e spesso si sostituisce alle garanzie reali portate dalle imprese, la Garanzia del Fondo è un’agevolazione del Ministero per lo Sviluppo Economico, finanziata anche con le risorse europee dei Programmi Operativi nazionale e interregionale, che può essere attivata solo a fronte di finanziamenti concessi da banche, società di leasing e altri intermediari finanziari a favore delle PMI.

Grazie ad un emendamento del movimento 5 stelle al “decreto del fare” passato lo scorso 5 agosto in Senato, era stata data la possibilità anche ai privati di alimentare questo fondo. Ma per rendere veramente operativa questa possibilità, mancava il decreto attuativo! Così, dopo quasi tre giorni di “lotta pacifica”, accampati con gazebo e tenda davanti al Ministero dell’economia e delle finanze, il Movimento 5 Stelle è riuscito ad ottenere l’apertura dell’ IBAN per poter versare al Fondo di Garanzia per il microcredito alle Piccole e Medie imprese gli stipendi tagliati e le diarie dei propri parlamentari.

Il Fondo di garanzia per le PMI garantisce alcune tipologie di operazioni finanziarie poste in essere dalle PMI, purché finalizzate all'attività di impresa rientrante tra quelle ammissibili alle agevolazioni. Rivolgendosi al Fondo Centrale di Garanzia, l’impresa non riceve un contributo in denaro, ma ha la possibilità di ottenere finanziamenti senza garanzie aggiuntive (e quindi senza costi di fidejussione o garanzie aggiuntive) sugli importi garantiti dal Fondo. La garanzia pubblica si sostituisce, in pratica, alle costose garanzie normalmente richieste per ottenere un finanziamento. Il Fondo non interviene direttamente nel rapporto tra banca e impresa: tassi di interesse, condizioni di rimborso, sono lasciati alla contrattazione tra le parti. Sulla parte garantita dal Fondo non possono però essere acquisite garanzie reali, assicurative o bancarie.

I soggetti beneficiari sono tutte le PMI (così come definite dalla normativa europea), comprese le imprese artigiane, valutate economicamente e finanziariamente sane sulla base di modelli di valutazione che utilizzano i dati di bilancio (o delle dichiarazioni fiscali) degli ultimi due esercizi, ma i soggetti abilitati a richiedere la garanzia del Fondo sono le banche e i Confidi. Di conseguenza la PMI deve rivolgersi alla propria banca o confidi di riferimento anche per una primaria valutazione delle possibilità di accesso al Fondo.

La valutazione da parte delle banche avviene sulla base sia dei requisiti delle PMI sia della policy interna della stessa banca. Possono essere garantite le imprese che rispettano i parametri dimensionali delle PMI e devono avere meno di 250 occupati, singolarmente o fra imprese tra loro collegate e/o associate. Allo stesso tempo, il loro fatturato deve essere inferiore ai 50 milioni di euro o, in alternativa, il totale di bilancio deve essere inferiore a 43 milioni di euro. Sono inoltre soggetti beneficiari i consorzi e le società consortili, costituiti tra piccole e medie imprese e le società consortili miste.

Possono essere garantite le PMI appartenenti a qualsiasi settore, con l’eccezione dell’industria automobilistica, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dell’industria carboniera, della siderurgia e delle attività finanziarie. Nei trasporti sono ammissibili solo le imprese che effettuano trasporti merci su strada. Le imprese agricole possono utilizzare invece solo la controgaranzia rivolgendosi ad un confidi che opera nei settori agricolo, agroalimentare e della pesca.

L’intervento è concesso, fino ad un massimo dell’80% del finanziamento, su tutti i tipi di operazioni, sia a breve sia a medio – lungo termine, tanto per liquidità che per investimenti. Il Fondo garantisce a ciascuna impresa un importo massimo di 2,5 milioni di euro, un plafond che può essere utilizzato attraverso una o più operazioni, fino a concorrenza del tetto stabilito, senza un limite al numero di operazioni effettuabili. Il limite si riferisce all'importo garantito, mentre per il finanziamento nel suo complesso non è previsto un tetto massimo.

Per quanto attiene alla procedura e alla modulistica in uso, l’impresa non può inoltrare la domanda direttamente al Fondo. Deve rivolgersi a una banca per richiedere il finanziamento e, contestualmente, richiedere che sul finanziamento sia acquisita la garanzia diretta. In tale ipotesi, sarà la banca stessa ad occuparsi della domanda: la banca invierà la richiesta di ammissione al Fondo mediante una piattaforma web dedicata, mentre in modalità cartacea  il modulo di riferimento è l’allegato 1. Prima dell’invio della richiesta di ammissione, la Banca, dovrà tenere agli atti un modulo sottoscritto dal legale rappresentante dell’impresa (allegato 4).

Per quanto riguarda la tempistica, dal momento in cui la banca completa il modulo di richiesta (allegato 1), il tempo normativo previsto è di circa 2 mesi, anche se in via di prassi normalmente trascorrono tra le 2 e le 3 settimane.
In alternativa, l’impresa si può rivolgere a un Confidi che garantisce l’operazione in prima istanza e richiede la controgaranzia al Fondo.