24 marzo 2014

Ilaria e Miran

Venti anni sono tanti: sono più di 600 mesi, più di 7000 giorni, un istante dietro l'altro alla costante ricerca di verità. Ilaria Alpi e Miran Hrovatin avevano sete di verità: avevano una pista, una storia da verificare sul traffico di armi, sui rifiuti tossici illegali. Ilaria e Miran erano stati inviati in Somalia dal Tg3, per seguire la guerra civile somala. La guerra non si è conclusa, la verità non è emersa, Ilaria e Miran non sono mai tornati.

Negli anni delle inchieste giudiziarie e politiche, nonostante gli sforzi giornalistici ed editoriali, la speranza di avere risposte si è affievolita. Perché Ilaria e Miran siano stati assassinati sulle strade di Mogadiscio non è ancora chiaro: casualità, rapina, ritorsione. Non lo sappiamo

Nei giorni in cui alla Camera dei Deputati si parla della riapertura di una commissione parlamentare sul rapimento e l'omicidio di Aldo Moro, senza che vi siano ulteriori rilievi giuridici che ne giustifichino l'opportunità, sarebbe invece opportuno portare avanti la battaglia di verità su quello che è successo il 20 marzo del 1994 a Mogadiscio, in Somalia. 

Lo scorso dicembre è stata avviata la procedura per tentare di desecretare gli atti acquisiti dalle Commissioni parlamentari d’inchiesta: 8000 documenti segreti che potrebbero portare alla luce dopo 20 anni la verità su questo omicidio. La petizione lanciata su Change.org 
di Articolo 21 ha avuto il pregio di riaprire la partita: il legale della famiglia Alpi Domenico D'Amati ha affermato sul sito di Articolo 21 che "è fondamentale che queste carte siano rese pubbliche e che ai cittadini sia data la possibilità di sapere. C’è molto da fare e speriamo che tutti gli organi dello Stato collaborino. In primo luogo la Camera dei Deputati che deve desecretare questi documenti fondamentali sui traffici dei rifiuti tossici". 

Una vittoria dei cittadini, dunque, pare essere all'orizzonte: il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Sesa Amici ha annunciato che il Governo ha avviato le procedure per la desecretazione dei documenti che riguardano il caso. Ora bisogna andare fino in fondo.

In questa nuova stagione politica i cittadini possano tornare al centro della scena. Dobbiamo proseguire tutte le battaglie sulle stragi e sui fenomeni in cui è coinvolta la criminalità organizzata. Il governo italiano può e deve assumersi un impegno: togliere il segreto di Stato sulle vicende che ormai da tempo non costituiscono più pericolo per l'ordine pubblico. Per Bologna, per piazza Fontana, per Ilaria e Miran e per chi non smette di ricordarne il sacrificio, verità e giustizia.