16 aprile 2014

Discarica di Corigliano d'Otranto, chi è il responsabile?

Sia alla Camera dei Deputati con una interrogazione di Giuseppe D'Ambrosio, sia al Senato della Repubblica, con un'interrogazione di Barbara Lezzi, il Movimento 5 Stelle ha chiesto un intervento immediato al Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin e al Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti per chiedere un intervento immediato sul sito di Corigliano d’Otranto.



I
deputati e i senatori del Movimento 5 Stelle, con una nota congiunta, portano all'attenzione del Governo la discarica salentina, visto che "in questi anni abbiamo assistito a un indegno scaricabarile tra Regione, tecnici e dirigenti vari intorno alla concessione di questa incosciente autorizzazione che trova l’unica e reale giustificazione negli interessi tutelati della Cogeam (gruppo Marcegaglia) da parte del Presidente Vendola. Il governatore rimane sordo al dissenso della popolazione, resta silente sulle riserve dell’Acquedotto pugliese che già negli anni ’80 si espresse a sfavore di questo insediamento sopra il bacino acquifero più importante del Salento. Tutto questo è aggravato dal fatto che la falda è soggetta ad un inarrestabile processo di salinizzazione delle vene sotterranee”. 

Focus sulle ragioni e le procedure di conduzione dell’unico studio idrogeologico in base al quale la Regione Puglia ha individuato come sito Corigliano d’Otranto, il promuovere un’azione di sollecito nei confronti della Regione affinché venga realizzato l’impianto di compostaggio richiesto dai sindaci, al fine di dare una spinta alla differenziata della città di Lecce (ferma tra il 7% ed il 17%) e dei comuni salentini, che consenta la mancata entrata in funzione dell’impianto. Infine, la richiesta ai Ministri di un'azione congiunta di sollecito nei confronti della Regione per bonificare la vecchia discarica, insistente sulla stessa falda.


Per i portavoce del M5S, il Presidente della Regione Nichi Vendola ignora lo studio idrogeologico effettuato dall’Istituto di ricerca protezione idrogeologica di Bari che concludeva: “la vulnerabilità dell’acquifero di Corigliano è risultata notevole, da alta a molto elevata, mentre la qualità delle acque – tuttora ancora buona – si è dimostrata sensibile alla posizione e all’azione di centri di pericolo e i rischi di degrado qualitativo sono risultati non trascurabili”. Il paradosso si celebra con lo studio effettuato dalla stessa Cogeam che converge sulle stesse criticità. Meno paradossale, secondo il M5S, è il perfetto accordo che continua ad esserci dai nuovi ai vecchi governatori. “Da Fitto a Vendola si è avuta la sintonia per non bonificare il sito precedente, agevolare la Cogeam a sicuro danno per la salute dei cittadini, inquinare e, soprattutto, ignorare il grido di cittadini, sindaci ed ambientalisti".