5 maggio 2014

La solita Fiera

Siamo ormai arrivati alla 577esima edizione della Fiera d'Aprile, quest'anno impreziosita dal patrocinio dell'Unesco. L'evento è da sempre un appuntamento importante per la nostra città, che arricchisce il nostro centro storico di tanti concittadini alla ricerca di esperienze di rievocazione di antiche tradizioni, di arricchimento culturale sia sul nostro passato, sia sul nostro presente, un'occasione per dare lustro alla nostra città. Arriva il momento di fare un bilancio di quella che è stata la Fiera. Qual è stata la procedura utilizzata dalla nostra amministrazione per organizzare questo evento così importante?

Intanto diciamo subito che nonostante i quattro anni di amministrazione Giorgino, con altrettante edizioni della Fiera d'Aprile, ancora manca quel salto di qualità in materia di trasparenza. Pochi avvisi pubblici e tempi strettissimi 
per la pubblicazione dell'avviso, avvenuto solo in data 30 marzo, consentendo pochi margini di organizzazione a chi nei pochi giorni a disposizione avesse voluto partecipare.

Poi dovremmo dire della scarsa consistenza dell'avviso pubblico, le solite poche righe tradotte in una semplice paginetta  per comunicare lo stretto necessario, anzi meno: non è stato indicato il responsabile del procedimento, né la tabella per la valutazione dei progetti, neppure indicazioni sul bilancio di previsione approvato, né gli importi. Insomma, un avviso pubblico che lascia il tempo che trova, per uno degli eventi più importanti di Andria.

Manca anche una finalità significativa dell'evento, ormai semplice rievocazione e ripetizione di vecchie tradizioni, senza proporre nuove azioni culturali. La Fiera deve essere la vetrina economico-culturale di Andria, serve un progetto nuovo che coinvolga la città e diventi una vera festa di orgoglio e appartenenza alla nostra comunità. Tutto questo richiede una adeguata programmazione nei tempi e nelle risorse economiche da destinare. Il paradosso maggiore risiede nel fatto che non esiste graduatoria. Abbiamo saputo dei "fortunati vincitori" di un posto nel cartellone della Fiera solo pochi giorni prima dell'inizio della Fiera. Quanto abbiano vinto e quali mirabolanti imprese abbiano compiuto per essere parte del cast, non ci è dato saperlo.

Vincitori apparenti, in quanto anche loro avranno ricevuto ricche audizioni del solito mantra della nostra amministrazione: "tanto i soldi non ci sono". Non si hanno notizie sul contributo concesso ad insindacabile giudizio di non si sa chi. Tanto per dire, la Fiera d'Aprile dello scorso anno è stata conclusa alla voce "pagamenti" con ritardi superiori ai sei mesi. Con la cultura si mangia, sì, ma sei mesi dopo. Nel frattempo digiuno. Il sospetto è che una procedura così caratterizzata lasci sempre spazio a modi "soggettivi" di agire, sia nella concessione del contributo sia sul valore dello stesso. Non ci può andare bene.


Pietro Di Pilato   |   Lorenzo Miani