31 luglio 2014

La situazione economica nell'Italia di Renzi

Al di là degli annunci ottimistici e delle tanto decantate prospettive di ripresa che ricordano un film purtroppo già visto (protagonista Berlusconi quando negava la crisi dinanzi ai ristoranti pieni), qual è la situazione economica dell'Italia nell'era di Renzi?

Se si guarda ai principali parametri economici c'è poco da stare allegri e l'attuale esecutivo non ha affatto cambiato rotta rispetto alle nefaste politiche di austerità attuate dai governi precedenti.

Partiamo dal debito pubblico: quello italiano ha segnato un nuovo record, 2.166 miliardi di euro! Il tanto decantato PIL, poi, pare che quest’anno non andrà oltre un modesto +0,6 . Stima che va sempre più calando.

È diminuito anche il ricorso al credito: il timore e l’incertezza di non poter onorare i propri impegni ha tagliato del 7,4% l’importo medio dei prestiti personali: significa meno acquisti di beni e servizi sia di consumo che di investimento.

Il tasso di disoccupazione è ormai alle stelle: il 12,6% (al 43% per i giovani...), l'equivalente di 3 milioni e 222 mila disoccupati. Il potere di acquisto delle famiglie è calato -2,4% su base annua, -94 miliardi dall’inizio della crisi, circa 4mila euro in meno per nucleo. Meno acquisti anche di beni durevoli, con una spesa calata mediamente del 18%. E a tutto questo si aggiunge un tasso di povertà assoluta pari al 16,6% della popolazione. In Italia ci sono 10.048.000 persone che vivono in condizioni di povertà. Tra questi 6.020.000 sono poveri assoluti, cioè non riescono ad acquistare beni e servizi per una vita dignitosa (9,9%). L'unico dato in controtendenza, ma solo apparente, è che crescono i depositi bancari: +67% dal 2007.

Ma cosa significa questo? Che nessuno spende e tutti tengono i soldi in banca. Quindi la liquidità non circola e non alimenta l'economia reale. Le persone, infatti, hanno votato Renzi ma non si fidano della sua politica economica perché temono che ciò che è stato loro concesso per motivi elettorali (bonus di 80 euro) possa essere ripreso attraverso subdoli aumenti di tassazione. Infatti, da quando si è insediato Renzi, si rincorrono costantemente i timori di nuovi rincari di tasse ed imposte, purtroppo confermati.

Sul fronte della tassazione immobiliare c’è un rincaro del 60% delle tasse sull'abitazione principale rispetto ai livelli del 2013, a causa dell'introduzione della TASI: dipenderà dalle scelte dei comuni che però nel complesso non navigano in buone acque. Si paventa addirittura il rischio che la TASI sulla prima casa costi persino più dell'IMU. Per non parlare del possibile aumento della stessa IMU qualora scatti, dal primo gennaio 2015, la famigerata clausola di salvaguardia, per 671,1 milioni nel 2015 ( 17,8 nel 2016). La scure del fisco si è abbattuta anche sul risparmio delle famiglie: il prelievo sulle rendite finanziarie è passato dal 20 al 26% colpendo anche i conti correnti, i depositi bancari e postali e il risparmio gestito. Invariata solo la tassazione sui titoli di stato.

Rincari previsti anche per le accise sui carburanti: nel Decreto Irpef (quello sugli 80 euro) sono stabiliti ulteriori aumenti oltre quelli già previsti dalla legge di Stabilità. Aumentano del 700% i prelievi su smartphone, tablet e in generale sull' acquisto di dispositivi dotati di memoria digitale: beni di largo consumo che tutti i cittadini acquistano. Si pagherà dai 3 (dispositivi fino a 8 Gb) ai 4,80 euro (32 Gb) per il diritto d’autore contro gli appena 0,9 previsti fino a ieri per i telefonini. Rincari ancora più salati per altri dispositivi come pendrive e hard disk. Non dimentichiamo, infine, l’aumento del contributo unificato del 15%, previsto nel decreto legge del 24 giugno n.90, ora al vaglio del Parlamento.

Chiediamo al governo, quindi, di chiudere presto e, soprattutto bene, il capitolo delle riforme costituzionali e dedicarsi con estrema urgenza a serie e decisive riforme economiche.

Carla Ruocco 
Cittadina portavoce M5S
Commissione Finanze - Camera dei Deputati