24 settembre 2014

TASI, la storia infinita

La IUC (Imposta Unica Comunale) è la nuova imposta introdotta nella legge di stabilità 2014 ed è composta da più parti: l'imposta IMU sul possesso di immobili (escluse le prime abitazioni), la tariffa TARI finalizzata alla copertura di tutti i costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e la tariffa TASI, che copre i servizi comunali indivisibili (fra le altre, la sicurezza, la pubblica illuminazione, l’anagrafe, la manutenzione delle strade), con una quota anche a carico dei locatari (dal 10% al 30%). Facciamo un po' di chiarezza.

Ci servirà un pizzico di memoria storica, per capire meglio come si è arrivati a questa situazione. Era marzo 2011 quando venne istituita l'IMU sugli immobili prevista dal Dlgs 23/2011 del 14 marzo, la cui entrata in vigore doveva avvenire dal 2014. Doveva essere applicata solo sugli immobili diversi dall'abitazione principale, sostituendo Irpef e addizionali sugli immobili non locati e vecchia Irpef. Il provvedimento faceva parte della legge sul federalismo fiscale municipale del governo Berlusconi.

A dicembre 2011 invece il governo Monti (supportato dal PD di Bersani e il PDL di Berlusconi) con il DL Salva Italia (201/2011) anticipò l’entrata in vigore dell'IMU al 2012 e applicandolo anche alle prime case. Fu a giugno 2012 che si pagò per la prima volta l'IMU con un acconto del 50%. All'acconto seguirà il conguaglio nel dicembre 2012.

Nel maggio 2013 il governo Letta vorrebbe cambiare la legge sull’IMU, eliminando l’imposta sulle prime case, ma mancano le coperture, quindi emette un decreto di rinvio dell'acconto di giugno (per le prime case) a settembre, promettendo che nel frattempo arriverà una più ampia legge di riforma. Dopo qualche mese (siamo ad agosto) la riforma annunciata non arriva, ma ecco un altro decreto che elimina definitivamente l’acconto IMU sulle prime case, accompagnato dalla promessa di eliminare anche il saldo previsto per dicembre.

A novembre, invece, arriva uno dei momenti clou della vicenda: il governo annuncia di aver eliminato l’IMU 2013 sulla prima casa. In realtà, il provvedimento elimina il saldo ma introduce una mini IMU di gennaio, per andare incontro ai Comuni che non hanno abbastanza entrate.

A dicembre 2013, quando, nella Legge di Stabilità viene battezzata una nuova imposta sugli immobili, che si chiama IUC che comprende i tre diversi tributi IMU, TASI e TARI (di cui sopra). In teoria, il governo aveva annunciato l’eliminazione dell’IMU sulla prima casa, in pratica si tratta di un cambiamento di nome, visto che sull’abitazione principale non si paga più l’IMU ma in compenso è stata introdotta la TASI per tutti gli immobili.

Ma non è finita. I Comuni protestarono perché le aliquote previste dalla Legge di Stabilità (TASI standard allo 0,1, che si può portare al massimo allo 0, 25, e somma TASI + IMU che non può superare il vecchio tetto IMU dell’1,06) non assicuravano le necessarie entrate ai Comuni. A gennaio 2014 fu l'ora della mini IMU, pagata solo in alcuni Comuni (in relazione alle aliquote IMU sulle prime case, decise e poi mai applicate nel 2013).

Nell'aprile 2014 siamo al "Salva Roma" (Dl 16/2014), che dopo una serie di peripezie parlamentari viene approvato a fine mese e stabilisce  che i Comuni possono alzare di un ulteriore 0,08% le aliquote TASI. Ma i politici si rendono conto che la prima rata si paga in giugno e i Comuni ancora non hanno deliberato (nell'attesa della norma nazionale). Allora decidono che l’acconto di giugno si paghi solo nei Comuni che deliberano entro il 23 maggio, negli altri per le prime case si saldi tutto a dicembre e per immobili diversi ci si basi sulle aliquote IMU 2013 aggiungendo l’1 standard di TASI. 

Il resto è storia recentissima: l’80% e rotti dei Comuni non deliberano ma non vogliono che l’acconto slitti perché hanno bisogno di incassare. Il 19 maggio 2014 c'è stata la riunione al Ministero in cui si delibera un nuovo slittamento: l'acconto TASI non si paga più a giugno ma a settembre. Ci siamo, forse ora capiremo qualcosa. Intanto è meglio non scordarsi chi ci ha portato fin qui.

Torniamo a casa nostra ora.
Come sono state applicate le scelte politiche nazionali dai signorotti locali?

Assistiamo a simpatici scambi di comunicati stampa tra maggioranza e opposizione, nei quali si rimpallano a vicenda responsabilità sulla paternità di scelte politiche più o meno sconsiderate. L’uno e l’altro difendono la propria casa politica rincorrendosi nei comunicati stampa, ma un po’ di autocritica dovrebbe spingere entrambe le parti ad un silenzio,  accompagnato ad un po’ di vergogna nel dare questi spettacoli ai cittadini che si ritrovano a pagare tre imposte introdotte e applicate da tutte le case politiche d’appartenenza attualmente in consiglio, come avete potuto apprendere dalla piccola cronistoria fatta.

In merito alla scelta della nostra amministrazione oggetto del contendere noi, un piccolo spunto di riflessione vogliamo darvelo: la proposta di delibera di approvazione dell’aliquota TASI portata in consiglio recava l’imposizione all’1,2. Nel corso del consiglio comunale, alcuni rappresentanti della stessa maggioranza si mostrano indisponenti all'approvazione di questa aliquota e la Giunta accetta di abbassarla dello 0,2, portandola quindi all’1. Fino a qui tutto bellissimo, se non fosse che quello 0,2 lo ritroviamo come aumento IRPEF; infatti mentre l’anno scorso era dello 0,6 quest’anno passa allo 0,8.

Insomma, la solita storia del “leva da una parte e metti d’altra” pur di spendersi la marchetta politica dell’aver tenuto la TASI all’1. Ma non ci stupiamo, per stessa ammissione del consigliere Francesco Lullo è giusto così. Far pagare tutti un po, senza tener alcun conto che per alcuni anche il poco è molto, per altri invece no. Possono permettersi la TASI e tante altre tasse. 

Forse dovremmo fare ripetizioni sul concetto di equità sociale.